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Le Marche dicono “no” al nuovo Cie

La regione rifiuta la struttura a Falconara ROMA, 21 luglio 2010 – Il ministro dell’Interno Maroni ha intenzione di far aprire quattro nuovi Centri di identificazione ed espulsione (Cie) entro la fine dell’anno in Veneto, Toscana, Campania e Marche, tutte regioni che al momento sono prive di queste strutture.

Tuttavia, arrivano i primi "no" all’apertura dei nuovi Cie. E’ il caso della regione Marche, che ieri ha detto no a Maroni, mentre la Toscana ha posto condizioni particolari per il suo Centro.

Il ministero dell’Interno ha individuato come sede per il nuovo Cie l’area di Falconara Marittima (Ancona), ma il governatore Gian Mario Spacca ha spiegato che "La regione ‘è indisponibile a condividere con il Governo la scelta di realizzare un Cie nel territorio marchigiano”. I dubbi sul nuovo centro si focalizzano sulle caratteristiche dei Cie cosi’ come sono attualmente: scarsi standard qualitativi gestionali, promiscuita’, insufficiente assistenza sanitaria, legale, sociale o psicologica.

Meno intransigente la posizione della regione Toscana, che ha però posto condizioni per l’apertura del nuovo Cie. ”Non siamo a favore della Bossi-Fini – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi. Al ministro Maroni ribadisco quello che ho sempre detto e cioè le nostre precise condizioni sul Cie, in particolare il rispetto dei diritti umani”.

La settimana scorsa ci sono stati disordini e tentativi di fuga dai Cie di Milano e Gradisca d’Isonzo (Gorizia). I Centri, ha denunciato nei giorni scorsi un rapporto di Medici senza frontiere, rischiano di esplodere, soprattutto a causa dell’allungamento da due a sei mesi dei tempi di trattenimento.

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