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Crollo degli ingressi irregolari in Ue

Boom delle domande di asilo  politico e delle richieste multiple. Dimezzati gli ingressi irregolari

Roma – 3 agosto 2010-  Nel 2009 si è registrato un aumento dell’8% delle domande d’asilo e del 23,3% delle domande d’asilo multiple, ma anche un drastico crollo del 50% del numero degli ingressi irregolari registrati nell’Ue.
 
E’ quanto è emerso dal rapporto dell’Unione Europea pubblicato oggi sull’attività annuale del database biometrico europeo Eurodac, che aiuta a determinare quale stato membro sia responsabile per esaminare le richieste di asilo.
 
Secondo le norme dell’Unione, infatti, è di competenza del primo paese di ingresso in Ue, ma date le complesse dinamiche dell’immigrazione clandestina spesso difficile stabilire quale sia.
 
Per la commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstroem, " Il rapporto pubblicato oggi mostra il contributo effettivo di questo database Ue di impronte digitali nel gestire le richieste di asilo, aiutando a stabilire quale stato membro le debba esaminare attraverso la registrazione e il confronto delle impronte digitali dei richiedenti e degli immigrati irregolari, prevedendo l’invio di richieste multiple."
 
Nel 2009, infatti, sono state ben 236.936 le impronte digitali analizzate, di cui 31.071 di persone colte sul fatto mentre attraversavano le frontiere Ue illegalmente e 85.554 di persone arrestate quando già si trovavano su suolo Ue senza averne il diritto. Se nel 2009 il numero di domande di asilo è aumentato dell’8% rispetto all’anno precedente, così come quello di domande multiple che sono passate dal  17,5% del 2008  al 23,3% nel 2009. Allo stesso tempo è  diminuito della metà  il numero degli immigrati irregolari registrati: 31.071 nel 2009, rispetto ai  61.945 del 2008 .
 
Queste cifre, però, ha precisato il portavoce della commissaria Malmstroem, Michele Cercone, "non rappresentano in modo esaustivo i trend e i numeri dell’immigrazione illegale nell’Ue", anche perchè tra l’altro si riferiscono agli immigrati irregolari registrati, inseriti nel database e quindi sottoposti a un controllo incrociato dai diversi paesi Ue per verificare l’eventuale legittimità della domanda d’asilo.
 
Gli stessi numeri emersi dal rapporto di Bruxelles "sono da interpretare con cautela", ha avvertito Cercone, aggiungendo che "ci sono ragioni multiple e complesse" alla base dei dati Eurodac e dei trend emersi nel 2009.

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