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Venire in Italia costa quindici euro in più

Dal 1 luglio è salita a 105 euro la tariffa dei visti di lunga durata, indispensabili per entrare con i flussi o con un ricongiungimento familiare.  La spesa sale ulteriormente se si passa per le agenzie esterne alle quali si appoggiano sempre più consolati

 

Roma – 7 luglio 2011 – Entrare in Italia è diventato più caro.

Dal primo luglio, il prezzo dei “visti nazionali per soggiorni di lunga durata” è salito da 90 a 105 euro, che vanno pagati ai nostri consolati. È un regalo, a scoppio ritardato, della stessa legge che un anno fa aveva introdotto un primo aumento da 75 a 90 euro.

Questo tipo di visto è indispensabile per soggiorni in Italia superiori a tre mesi. Viene ad esempio rilasciato ai lavoratori che arrivano con i flussi d’ingresso, oppure a chi raggiunge i parenti che sono già qui grazie a un ricongiungimento familiare.

Meno salato il conto per altri tipi di visto. I turisti, ad esempio, pagano 60 euro (ma i bambini tra i sei e i dodici anni e i cittadini di alcuni paesi che hanno accordi con l’Ue ne pagano 35), mentre il rilascio è gratuito in altri casi particolari, come per i minori di sei anni, gli studenti, le scolaresche in gita o i ricercatori.

Tariffe dei visti a parte, negli ultimi anni la spesa per arrivare in Italia è lievitata anche perché sempre più consolati, cronicamente a corto di uomini e mezzi, si appoggiano ad agenzie gestite da società private. Attraverso i loro sportelli gli aspiranti immigrati presentano domande, fissano appuntamenti e ottengono documenti, naturalmente pagando un extra per il servizio.

Elvio Pasca

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