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Il caso. Sposati per telefono? In Pakistan è legale, sì al ricongiungimento

Il tribunale di Milano dà ragione a un marito pakistano dopo che l’ambasciata italiana aveva negato il visto a sua moglie. In Pakistan il matrimonio telefonico è legale MILANO – In Pakistan ci si può sposare per telefono, perciò anche le coppie che si sono dette sì alla cornetta hanno diritto al ricongiungimento familiare.

Con queste motivazioni, il tribunale di Milano ha dichiarato illegittima la decisione dell’ambasciata italiana ad Islamabad di non concedere il visto d’ingresso a Saman Z., moglie di Mushtaq Z.C., un cittadino pakistano residente a Varese che aveva già ottenuto dalla Questura il nulla osta al ricongiungimento. A quanto si legge nella sentenza, la nostra ambasciata avrebbe motivato il diniego del visto "sull’unico elemento fattuale dell’invalidità del matrimonio del ricorrente in quanto celebrato per telefono".

Succede però che i matrimoni per telefono in Pakistan sono legali e diffusi specialmente quando uno dei due coniugi è emigrato all’estero, perché evitano costosi viaggi di ritorno e il rischio di perdere, causa l’assenza, il posto di lavoro.

Durante il "rito", da una parte della cornetta c’è la metà della coppia rimasta in patria, insieme a un giudice e a due testimoni, dall’altra l’aspirante coniuge all’estero, anche lui accompagnato dai testimoni e da un funzionario della sua ambasciata. Alla fatidica domanda posta dal giudice "volete sposarvi?" i due devono rispondere tre volte sì, e diventano marito e moglie.

Lo stesso Mushtaq Z.C, a riprova che l’unione era stata celebrata secondo le regole, ha esibito il certificato pakistano di matrimonio e delle videocassette con i festeggiamenti organizzati dai familiari degli sposi. E il giudice gli ha dato ragione, argomentando che il giudizio sulla validità del matrimonio va espresso "alla luce della legge del luogo di celebrazione o della legge nazionale dei due coniugi" che appunto ammette le unioni telefoniche.

All’ambasciata, spiega ancora la sentenza, non era quindi richiesto alcun "ulteriore controllo", oltre a "un mero controllo esterno di legittimità sull’esistenza delle condizioni di legge". Il diniego del visto è quindi "illegittimo", "deve essere annullato" e Saman e Mushtaq potranno finalmente godersi il loro matrimonio senza costi in bolletta.

(20 febbraio 2007)

 

Elvio Pasca

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