(ANSA) – ROMA, 2 GIU – Non si ferma lo sbarco di disperati sulle coste siciliane. In nottata tredici clandestini, che erano a bordo di un barcone in vetroresina di cinque metri e hanno detto di provenire da Costa d’Avorio, Nigeria e Ghana, sono arrivati a Marina di Ispica (Ragusa). Ora sono nel centro di prima accoglienza di Pozzallo. Nel pomeriggio una motovedetta della Guardia di Finanza ha intercettato al largo delle coste di Siracusa un barcone – segnalato dalle autorità maltesi – con 28 clandestini, tra cui quattro donne e due bambini. Gli immigrati sono stati portati a Portopalo di Capo Passero. In serata si e conclusa l’odissea del barcone con 29 clandestini, tra cui due donne e un bambino, da ieri sera alla deriva tra le coste libiche e quelle maltesi. L’imbarcazione era stata localizzata a circa 80 miglia a sud di Malta. Quando una motovedetta maltese ha raggiunto la zona di mare, gli immigrati, in parte eritrei, erano a bordo di un peschereccio spagnolo e sono stati quindi trasbordati nell’unità militare. A lanciare l’allarme era stato uno degli immigrati che, utilizzando un telefono satellitare, aveva detto a un parente eritreo chiuso nel centro di detenzione di Safi, a Malta, che a bordo della barca c’erano trenta persone. Uno dei naufraghi, dunque, potrebbe essere morto oppure potrebbe essersi trattato di un errore nella comunicazione. La questione della responsabilità sui soccorsi alle imbarcazioni in difficoltà cariche di clandestini continua a contrapporre Malta e la Libia. Il problema si è riproposto in modo drammatico ieri, quando una nave militare francese ha recuperato una barca con 21 cadaveri a 120 chilometri a sud dell’isola: secondo le autorità maltesi i corpi dovevano essere trasportati a Tripoli dal momento che il naufragio sarebbe avvenuto in acque libiche. Dopo una lunga trattativa tra i due paesi, il nodo è stato sciolto dal governo francese che ha ordinato alla fregata di tornare in patria. La vicenda ha dato lo spunto oggi al ministro degli esteri maltese, Michael Frendo, per richiamare tutti i Paesi che si affacciano sul mediterraneo "a rispettare i propri obblighi verso le zone di competenza di salvataggio e in particolare quando bisogna affrontare emergenze legate agli immigrati clandestini". Intervenendo al forum dei paesi del Mediterraneo in corso a Creta, Frendo ha lanciato l’ appello perché "ogni paese deve assumersi la responsabilità di salvare le vite umane nelle proprie zone di competenza". Il ministro ha sollecitato maggiore cooperazione tra gli stati invitando ad affrontare il problema dell’immigrazione clandestina "in modo concreto, nello spirito della conferenza di Rabat e Tripoli, dove si erano riuniti i rappresentanti dei paesi dove ha origine la migrazione clandestina, quelli di transito e quelli di accoglienza". (ANSA). 2007-06-02 20:52
(2 giugno 2007)