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Immigrati. Balduzzi, accordo Stato-Regioni per assistenza sanitaria

Il ministro: "Nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un'ottica di equità e di giustizia"

Roma, 3 gennaio 2013 – Si intitola 'Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane' l'accordo sancito nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-Regioni per l'applicazione delle norme in materia di assistenza sanitaria a cittadini stranieri e comunitari.

A sottolinearne l'importanza, dopo il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel quale il Capo dello Stato ha ricordato come un Paese solidale debba avere cura "dei soggetti piu' deboli, garantendoli dal timore della malattia e dell'isolamento", e' il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che in una nota afferma: "Si tratta di iniziative che concretizzano l'art. 32 della Costituzione, perche' nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un'ottica di equita' e di giustizia".

Balduzzi sottolinea che l'accordo va nella direzione dell'accoglienza di "chi arriva in Italia per cercare protezione da profugo o lavoro da immigrato e offrendo l'apporto di nuove risorse umane per il nostro sviluppo", cosi' come affermato da Napolitano. Si e' reso necessario realizzare iniziative piu' efficaci – evidenzia la nota – per garantire una maggiore uniformita', nelle Regioni e nelle Province autonome, dei percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni sanitarie, di cui al decreto del Presidente del consiglio dei ministri sui Livelli essenziali di assistenza (Lea).

 Il ministro spiega che si e' dovuto "raccogliere in un unico strumento operativo le disposizioni normative nazionali e regionali relative all'assistenza sanitaria agli immigrati, anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari, poiche' sul territorio nazionale e' stata riscontrata una difformita' di risposta in tema di accesso alle cure da parte della popolazione immigrata, che puo' essere in contrasto con l'art. 32 della Costituzione".

Tale accordo – si legge ancora nella nota – e' la conclusione di un percorso avviato da oltre 4 anni sia con ricerche specifiche, come quella coordinata dalla Regione Marche e quella dell'Area sanitaria della Caritas di Roma, sia all'interno del Tavolo interregionale 'Immigrati e servizi sanitari' presso la Commissione salute della Conferenza delle Regioni e P.A. (documento approvato nel settembre 2011).

 Non si tratta di una nuova legge ma del livello interpretativo delle norme esistenti. Infatti taluni ambiti sono gia' applicati da alcune Regioni e nella Pubblica Amministrazione. Va ricordato che a seguito della Legge costituzionale n. 3, 18 ottobre 2001, 'Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione', le Regioni sono gli enti di programmazione cui spetta la competenza legislativa in termini di tutela della salute, ma, compito dello Stato e' quello di garantire l'equita' nell'attuazione di questo diritto sancito dalla Costituzione, svolgendo un ruolo di garante della realizzazione di risposte efficaci ai bisogni di salute di tutti i gruppi di popolazione, particolarmente di quelli vulnerabili, attraverso un costante confronto con le Regioni.

L'accordo – conclude il ministero – prevede tra l'altro l'iscrizione obbligatoria al Ssn dei minori stranieri anche in assenza del permesso di soggiorno e il prolungamento del permesso di soggiorno fino al compimento del primo anno del bambino alle donne extracomunitarie in stato di gravidanza. Finora al compimento del sesto mese dopo il parto le donne e il bambino venivano espulse dall'Italia. Il ministero della Salute nel recente riparto dei fondi destinati ai cosiddetti obiettivi di piano ha previsto una cifra vincolata di 30 milioni di euro per la tutela della salute degli stranieri extracomunitari privi di permesso di soggiorno.

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