Consiglio Italiano dei Rifugiati soddisfatto per il "ripensamento del ministero dell'Interno", ma punta il dito contro la "tardività delle disposizioni" e l'"eterogeneità del trattamento nelle diverse provincie e regioni". Hein: "Serve un ripensamento radicale del sistema"
Roma – 6 marzo 2013 – "Chi non è andato via dai centri di accoglienza dell’Emergenza Nord Africa potrà rimanere per almeno 6 mesi. Questo in parole povere appare il succo della circolare del Ministero dell’Interno sulla chiusura dell’Emergenza Umanitaria del Nord Africa datata 1 marzo. Diversamente dall’annuncio precedente della chiusura al 28 febbraio, questo sembra essere un sostanziale ripensamento".
È l'analisi che il Consiglio Italiano per i Rifugiati sulle ultime disposizioni del Viminale riguardo ai profughi spinti in Italia nel 2011 dalle Primavera Araba e dalla guierra in Libia. "Non viene detto così chiaramente nel documento del Ministero dell’Interno, ma facendo una conta che metta insieme i 7.400 profughi ancora in attesa di essere sentiti dalle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale; i circa 1.100 profughi appartenenti a gruppi vulnerabili; le famiglie con bambini; un numero stimato di 1.300 persone in attesa di ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari e infine quelli che – e dovrebbero essere pressoché la totalità – attendono il rilascio del titolo di viaggio, si arriva alla popolazione quasi complessiva dei profughi che risultavano a febbraio ancora in accoglienza. E per queste categorie l’accoglienza viene prolungata dalla circolare".
"Si deve togliere a questi il numero di quelli che con la buonuscita di 500 € a persona, o in attesa di tale pagamento, sono andati via dai centri in questi giorni e che magari adesso si sentono ingannati considerando che quest’ultimo provvedimento del Ministero dell’Interno è arrivato solo successivamente alla loro partenza" si legge in una nota del CIR. L'organizzazione umanitaria si dice "soddisfatta che le famiglie, i disabili e anziani, le donne in stato di gravidanza e le vittime di tortura e violenza grave possano ancora essere assistiti dallo Stato. Tuttavia ritiene che questa circolare possa creare una situazione caotica, che d’altronde si sta già verificando in alcune città, a causa della tardività delle disposizioni e della eterogeneità del trattamento nelle diverse provincie e regioni. La circolare parlando della prosecuzione dell’accoglienza indica l’individuazione di “apposite soluzioni” che al momento non appaiono però fattibili considerando che nel sistema SPRAR non risultano posti disponibili".
“L’esperienza della gestione della cosiddetta Emergenza Nord Africa – commenta il direttore del CIR Christopher Hein – deve essere la base per un ripensamento radicale del sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia. Si deve superare l’approccio emergenziale, si deve costruire un coordinamento centrale e garantire uno standard uniforme e dignitoso in tutto il territorio nazionale. Altrimenti si rischia di sperperare fondi pubblici e danneggiare, anziché appoggiare, il percorso di integrazione”.