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Centri di accoglienza. Bubbico (Interno): “Non si trasformino in lager”

Il viceministro: "Garantire condizioni di vita civili e dignitose. L'Ue riconosca l'Italia come luogo di frontiera"

Roma – 3 settembre 2013 – "Bisogna sostenere gli sforzi perche' l'Italia sia riconosciuta dall'Unione Europea come luogo di frontiera per gli sbarchi, ma, al tempo stesso, dobbiamo impedire in ogni modo che centri di accoglienzasi trasformino in lager".

Ne è convinto il viceministro al'Interno, Filippo Bubbico: "Le condizioni umilianti affrontate da migliaia persone in fuga dalla disperazione sono uno schiaffo alla civilta' e alla tradizione di accoglienza del nostro Paese. Dobbiamo impedire che tutto questo continui".

"E non basta fermare i mercanti di morte che senza scrupoli usano persone in evidente condizione di debolezza e disperazione per i loro traffici, ma dobbiamo garantire alle persone che arrivano in Italia un'accoglienza e delle condizioni di vita civili e dignitose. A cominciare dalla prima accoglienza".

"E' enorme – sottolinea Bubbico – il lavoro che le forze dell'ordine, gli amministratori e i volontari stanno facendo nei luoghi degli sbarchi, ma la gestione di migliaia di migranti e, piu' in generale, il destino di migliaia di persone e' questione talmente complessa e delicata che non puo' essere affidata alla buona volonta' e al senso di sacrificio dei singoli".

"Si tratta – prosegue – di un problema sulla quale l'Ue deve fare la propria parte, intervenendo sulla regolamentazione dei flussi migratori, ma sulla quale l'Italia deve dare un segnale chiaro". Un segnale che passa, per il viceministro, da una revisione dei Centri. "In nessun caso – sottolinea – si puo' tollerare ancora che l'accoglienza destinata ai migranti sia quella di luoghi in cui si vive in condizioni igieniche, sanitarie e di sicurezza di grande precarieta'"

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