Il documento aiuta le straniere in Italia a sottrarsi ai maltrattamenti. Letta: “Immigrate sono più deboli”. Kyenge: “Servono programmi di integrazione”
Roma – 25 novembre 2013 – Nella lotta alla violenza sulle donne in Italia va prestata attenzione alle immigrate, che per la loro condizione sono anche più esposte delle italiane. È per questo che, tra le norme per il contrasto e le prevenzione del fenomeno varate recentemente dal governo , è importante quella che concede un permesso di soggiorno umanitario alle vittime.
È la posizione ribadita oggi, in occasione della "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” dal presidente del Consiglio Enrico Letta e dalla ministra dell’Integrazione Cècile Kyenge.
“Nel nostro Paese una parte consistente della violenza sulle donne avviene sulle donne extracomunitarie e quindi il tema del permesso di soggiorno rappresenta uno dei punti essenziali della nuova legge” ha sottolineato stamattina il premier in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Anche perché, ha aggiunto, “le donne non italiane – ha aggiunto – si trovano in una condizione già debolezza e difficoltà maggiore”
Letta ha parlato di una “norma di civiltà”, che avrà “conseguenze positive su tante donne che vivono in questo Paese”. Il governo l’ha approvata “lasciando perdere le grandi discussioni ideologiche sul tema dell’immigrazione,”, ma “guardando all’obiettivo che bisognava raggiungere”. “Ora che le norme ci sono -– ha concluso il presidente del Consiglio – la vera sfida è applicarle”.
Sul tema è intervenuta con una nota anche Kyenge, sottolineando che “la fragilità sociale aumenta il pericolo per una donna di essere vittima di violenza: la dipendenza economica e psicologica nega ogni sorta di libertà”.
“Indubbiamente – ha aggiunto la ministra dell’Integrazione – le donne immigrate, per la loro posizione giuridica, sono più facilmente vittime di violenza e più facilmente colpite da uomini violenti. Ritengo, quindi, necessario che all’intervento normativo adottato si affianchino programmi di integrazione, formazione e inserimento professionale delle donne, italiane e straniere. Più potere, più educazione, più capacità, più autostima e più inserimento sociale sono la corazza che difenderà le donne”.
Il decreto per i contrasto della violenza di genere, varato la scorsa estate dal governo e convertito in legge a ottobre dal Parlamento, prevede il rilascio di un “permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica” alle donne che cercano di sfuggire a chi le maltratta, rilasciato dalla Questure su proposta o con il parere favorevole della Procura. Dura un anno, ma è rinnovabile e può essere convertito in un permesso per lavoro.
La legge definisce così la violenza domestica: “Uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
Elvio Pasca