Secondo i giudici il requisito della cittadinanza italiana è in contrasto con i principi di solidarietà e uguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana.Ora deciderà la Consulta Asgi e Apn. “Il governo non ha più scuse, cambi subito la legge”
Roma – 3 ottobre 2014 – Aprire il servizio civile anche ai giovani stranieri? Mentre il governo promette e non mantiene, lasciando però aperta una possibilità, la Cassazione ritiene che sia la strada da seguire, anche se passa la palla alla Corte Costituzionale.
“La partecipazione dello straniero regolarmente soggiornante in una comunità di diritti più ampia e comprensiva di quella fondata sulla cittadinanza in senso stretto, postula che anch’egli, senza discriminazione in ragione del criterio della nazionalità, sia legittimato, su base volontaria, a restituire un impegno di servizio a favore di quella stessa comunità, sperimentando le potenzialità inclusive che nascono dalla dimensione solidale e responsabile dell’azione a favore degli altri e a difesa dei valori inscritti nella carta repubblicana”.
Lo hanno scritto le sezioni unite della Cassazione in un'ordinanza emanata mercoledì, relativa alla vicenda di un ragazzo origine pakistana che nel 2012, assieme a ASGI e Avvocati per Niente, aveva chiesto di essere ammesso al Servizio civile nonostante fosse privo della cittadinanza italiana. Il, tribunale di Milano gli aveva dato ragione in primo e secondo grado, ma intanto il servizio civile 2012 si era esaurito e, quindi, le due pronunce non avevano avuto effetto.
Identica situazione si era riproposta per il bando 2013/2014 quando, alle stesse due associazioni assieme a quattro giovani stranieri, il Tribunale di Milano aveva accolto il ricorso, ordinando la riapertura del bando in quanto discriminatorio. Grazie a quella sentenza, una novantina di ragazzi non italiani, in buona parte figli di immigrati nati o cresciuti qui, stanno partecipando al Servizio Civile.
Come spiegano Asgi e Apn in una nota, la Corte di Cassazione, decidendo sul primo ricorso, ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale affinché possa esaminare la legittimità delle norme che impediscono agli stranieri di svolgere servizio civile. Nell'ordinanza ha, comunque, affermato che l’esclusione degli stranieri risulta in contrasto con i principi di solidarietà e uguaglianza di cui agli articoli 2 e 3 della Costituzione.
I giudici ritengono “l’esclusione …. preclude allo straniero il pieno sviluppo della sua persona e l’integrazione nella comunità di accoglienza, impedendogli di concorrere a realizzare progetti di utilità sociale…. e, di conseguenza, di sviluppare il valore del servizio a favore degli altri e del bene comune come componente essenziale di vita e come forma di educazione ai valori della Repubblica. Si tratta secondo queste Sezioni Unite di una esclusione non proporzionale né ragionevole…”
A questo punto la decisione passa alla Corte Costituzionale, ma già i principi enunciati dal massimo organo giurisdizionale, sottolineano Asgi e APN, devono servire da orientamento per le decisioni future del governo e del legislatore.
“La Corte di Cassazione – dichiara l’avvocato Alberto Guariso, che ha assistito le associazioni nel contenzioso – ha chiarito benissimo, non solo la sospetta incostituzionalità della norma vigente, ma anche che l’art. 52 della Costituzione non impone affatto al legislatore di limitare il “sacro dovere” di difesa ai soli cittadini”.
“Dunque il Governo non ha più scuse: se, come alcuni suoi rappresentanti hanno ripetutamente dichiarato, è favorevole all’apertura del Servizio Civile anche agli stranieri, ha ora la piena legittimazione a intervenire, anche con un decreto-legge, prima della decisione della consulta, evitando così che il contenzioso si riproponga nei prossimi bandi, compreso quello per Expo che è previsto a breve”.