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Tasse sulle imprese che assumono stranieri, Cameron contro l’immigrazione

Il premier inglese annuncia un nuovo pacchetto di misure. “Troppo facile importare manodopera dall’estero anziché formare i nostri giovani”

Londra -11 giugno 2015 –  Quando fu eletto nel 2010, promise di ridurre a “decine di migliaia” l'anno i nuovi immigrati nel Regno Unito. Ora che, riconfermato premier, si trova un record di immigrazione netta di 318 mila unità, David Cameron mette in cantiere un altro giro di vite contro gli stranieri. 
 
Ieri ha annunciato al Parlamento, nel corso delle Prime Minister's Questions, un pacchetto che prevede restrizioni per gli ingressi per lavoro, una tassa per le aziende che assumono stranieri e un innalzamento dei salari minimi. Nelle sue intenzioni, questo dovrebbe ridurre la competizione tra lavoratori stranieri e autoctoni e permettere l’inserimento dei giovani britannici nel mercato del lavoro. 
 
Il pacchetto verra curato da Theresa May, la Home Secretary, omologa del nostro ministro dell’Intero. Cameron ha anche creato e presiede una “Migration task force” che ha l’obiettivo dichiarato di ridurre l’mmigrazione nel Regno Unito.  
 
“In passato è stato francamente troppo facile per alcune imprese importare lavoratori dall'estero, piuttosto che a prendere la decisione a lungo termine di formare qui la nostra forza lavoro” ha detto ieri Cameron. Cercherà quindi di “limitare i visti di lavoro ai casi in cui davvero mancano competenze e specialisti”, e di “porre un limite al tempo per cui un settore può pretendere di avere una carenza di competenze” .
 
“Stiamo studiando – ha aggiunto il premier- a una nuova tassa sulle competenze per le imprese che assumono lavoratori stranieri, che ci permetterà di potenziare il finanziamento ai tirocini nel regno unito”. Le soglie salariali “impediranno invece alle imprese di utilizzare lavoratori stranieri per abbattere il costo del lavoro”.
 
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