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La Coppa d’Africa di nuovo all’Egitto

Il trofeo resta sotto le Piramidi. Grande afflusso delle comunità africane all’ex Mattatoio di Roma dove hanno seguito la finale e festeggiato

ROMA – 11 febbraio 2008 – Per la seconda volta consecutiva l’Egitto è campione d’Africa. Ieri la squadra di Shehata, che si guadagna il primo posto sul podio del torneo calcistico per la sesta volta, ha battuto 1-0 il Camerun nella finale ad Accra, in Ghana. La partita è stata decisa, a 14 minuti dalla fine, dal gol di Abou Terika.

L’Egitto aveva già battuto il Camerun di Eto’o per 4-2 nella fase a gironi. I Leoni sconfitti, che non vincono la Coppa dal 2002, ci riproveranno tra due anni in Angola. I padroni di casa del Ghana si sono dovuti accontentare del terzo posto battendo la Costa d’Avorio per 4-2.

La finale ha bloccato davanti alla Tv l’Africa intera. Anche a Roma, dove il torneo è stato proiettato su un grande schermo all’ex Mattatioio di Testaccio, le comunità africane hanno seguito l’incontro decisivo. “C’era una marea di gente – dice l’organizzatore dell’evento Justin Wandja – almeno 250 persone di tutte le nazionalità e di ogni età. Anche sabato eravamo in tanti. Alla partita è seguito il concerto di un cantante senegalese e la festa si è protratta fino alle cinque di mattina”.

Justin Wandja è camerunese, ma ha vissuto la sconfitta sportivamente: “Quella dell’Egitto è stata una vittoria meritata – dice – il Camerun deve solo stringere la mano agli avversari e complimentarsi. Se i camerunesi avessero vinto avrebbero pareggiato i conti con gli egiziani perché sarebbe stato il loro quinto trofeo”.

L’evento organizzato a Roma è una importante occasione d’incontro per gli africani. “L’iniziativa – spiega Justin – ci permette anche di stare insieme, di ritrovarci e sfogarci, di scambiare idee e di dimenticare la solitudine. Il tutto, con spirito pacifico e sportivo, alla fine ci si abbraccia e ci si saluta. Purtroppo dobbiamo aspettare altri due anni per avere un’occasione del genere”.

A.I.

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