Negli ultimi sei anni 45mila sono entrate in contatto con i programmi di protezione. Attivo il numero verde 800.290.290
Roma – 26 febbraio 2008 – Manca una banca dati unificata e quindi è difficile delineare con precisione l’entità della tratta degli esseri umani in Italia. Ma secondo gli osservatori specializzati le vittime aumentano anno dopo anno.
Tra il marzo 2000 e il maggio 2006 45.331 persone sono entrate in contatto con i programmi di protezione sociale finanziati dal ministero delle Pari Opportunità e hanno ricevuto una qualche forma di sostegno. Quelle che invece hanno effettivamente aderito e partecipato ai progetti sono state 11.541 (748 minori). La metà ha avuto la possibilità di un inserimento lavorativo, l’80% dei richiedenti ha inoltre ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari.
I dati sono stati presentati ieri a Roma, a chiusura del progetto Equal "Osservatorio Tratta". Il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso ha spiegato che tra il settembre 2003 e il 31 dicembre 2007 ci sono stati circa 200 procedimenti penali per tratta ogni anno: 2.603 sono stati in tutto gli indagati, 1.492 le vittime, di cui 184 minori. Gli italiani coinvolti, per attività di supporto alla tratta, sono stati 724.
L’Italia, secondo Grasso, è tra i primi paesi al mondo nel contrasto alla tratta. Ma si potrebbe fare di più se i dati raccolti da istituzioni e da esperienze simili a quella del progetto "Osservatorio Tratta" potessero convergere ed essere a disposizione di tutti. "Da qui nasce la proposta di un Osservatorio permanente che dia uno sguardo integrato e multidisciplinare al fenomeno in vista di politiche e interventi efficaci" dice Marco Bufo, coordinatore del progetto.
Dal 2000 è attivo un numero verde (800.290.290) per contrastare la tratta: fino al giugno 2006 sono arrivate 494.474 telefonate, di cui 160 mila provenienti da vittime di tratta, parenti, clienti, ma anche esponenti delle forze dell’ordine. Inoltre, 160 sono stati i rientri in patria assistiti nel periodo 2001-2006, coordinati dal ministero dell’Interno e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Secondo il sottosegretario all’Interno, Marcella Lucidi, la tratta degli esseri umani è "un crimine contro l’umanità", pertanto non bisogna favorire "approcci semplificati": "Bisogna rimettere mano alle norme e sviluppare un’azione culturale perché altrimenti si rischia di ridurre la comprensione della portata del fenomeno".
EP