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Phone center: l’Antitrust e il governo contro il Veneto

"La nuova legge regionale è anticoncorrenzanziale”. Deciderà la Consulta Roma – 26 febbraio 2008  – La legge veneta sui phone center è stretta tra l’incudine dell’Antitrust e il più temibile martello della Corte Costituzionale. L’accusa? Non tutela la concorrenza e la libertà di iniziativa economica.

Il “Regolamento dell’attività dei centri di telefonia fissa”, approvato lo scorso autunno dal consiglio regionale, fissa limiti piuttosto rigidi per l’esercizio di una delle attività più frequentate dagli stranieri in Italia.

Tra le altre cose il testo prevede (art. 8) che siano i  Comuni a decidere dove si possono aprire phone center e che fino all’individuazione di queste aree non sia possibile aprirne di nuovi. In questi negozi non sarebbe possibile offrire servizi diversi da quelli legati alla telefonia (art.2) e inoltre i locali, per adeguarsi alle linee guida ragionali, dovrebbero avere almeno due bagni e una sala d’aspetto.

Contro questi paletti punta il dito l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il potere affidato ai Comuni, si legge in un parere del garante, “introduce un elemento di rigidità del
sistema tale da tradursi in una programmazione quantitativa dell’offerta e nella imposizione di
limiti quantitativi all’apertura di nuove strutture commerciali in Veneto”.

Vietare altre attività nei phone center, rappresenta invece “una ingiustificata limitazione quantitativa e qualitativa dell’offerta in contrasto con le esigenze di salvaguardia della concorrenza” e con il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, che  “esclude l’applicazione di limitazioni quantitative all’assortimento merceologico offerto negli esercizi commerciali”

I requisiti dei locali, appaiono infine al Garante “gravosi ed ingiustificati”, perché non ci sarebbe un “immediato collegamento tra i vincoli introdotti e la qualità del servizio fornito”. Tutto ciò limita la competizione tra gli operatori, tagliando fuori i più piccoli, e fa lievitare i costi, con un conseguente aumento dei prezzi e quindi della spesa per i consumatori

Dal parere dell’Antitrust, che non è vincolante, è partito il governo per impugnare alla fine di gennaio di fronte alla Corte Costituzionale la legge dei phone center. La delibera del consiglio dei ministri ripercorre tutte le obiezioni mosse dal garante e conclude che la legge regionale viola gli articoli 117 e 41 della Costituzione: invaderebbe infatti le competenze statali in materia di tutela della concorrenza e limiterebbe la libertà di iniziativa economica.

Toccherà adesso alla Consulta dire l’ultima parola.

Scarica
La legge veneta sui phone center

Il parere dell’Antitrust

L’impugnativa del governo

Elvio Pasca
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