Roma, 12 marzo 2020 – La medicina mondiale è al lavoro per arrivare velocemente ad un vaccino per il Coronavirus. Ad oggi sono in fase avanzata gli studi in America, in Cina, in Israele ed anche in Italia.
Dal Centro di ricerca Irbm alle porte di Roma, dove lavorano 250 scienziati, è partita la corsa per questa nuova grande sfida. E i risultati per la realizzazione di un vaccino anti Covid-19 sono incoraggianti: “Stiamo lavorando in partnership con l’istituto Jenner dell’Università di Oxford – spiega al Corsera Piero Di Lorenzo, amministratore e proprietario della società italiana che ha acquistato Irbm nel 2014 – ed a luglio il vaccino sarà pronto. Inizieremo a sperimentarlo a giugno sui topi e subito dopo sull’uomo”.
Quando a dicembre in Cina è stato isolato per la prima volta il virus, l’istituto Jenner ha subito sintetizzato il gene della proteina ‘spike’ (la corona, la parte più cattiva, quella che trasmette il contagio). “Ora, quel gene sintetizzato e depotenziato va inoculato nell’organismo umano per generare gli anticorpi – conclude Di Lorenzo — ma per fare questo serve una sorta di shuttle, un carrello trasportatore all’interno dell’uomo che, come per il nostro farmaco anti Ebola, è rappresentato dall’adenovirus, quello di un banale raffreddore, su cui lavoriamo da anni. Stiamo purificando la molecola e tra una settimana cominceremo a produrre le prime mille dosi. Non è escluso che, se la pandemia si aggravasse, possa essere autorizzato in tempi brevissimi”.
Sul vaccino si è espresso anche Walter Ricciardi, consigliere della direzione della Regione Europea dell’ Organizzazione mondiale della Sanità e consulente del ministro della Salute: “E’ molto probabile che prima o poi, più prima che poi, avremo un vaccino. Israele è uno dei venti paesi che come noi, la Francia, la Germania, gli Usa, stanno cercando un vaccino. Può accelerare un po’ perché non sottopone le valutazioni dei vaccini a delle misure molto stringenti. Per quanto riguarda i farmaci, stanno tutti cercando nuove terapie. Quella legata a farmaci contro l’artrite reumatoide oggi ce l’hanno segnalata anche i cinesi. E’ una delle tante”.