(ANSA) – PORDENONE, 27 APR – Dopo otto anni di vani tentativi per aiutarlo, sette decreti di espulsione e un arresto, continua a delinquere e vive in strada, a Pordenone: è quanto accade con un clandestino del Ghana, di fronte al quale, per le contraddizioni delle norme sull’immigrazione, le istituzioni si trovano con le mani legate. L’immigrato, che ha anche problemi di salute – come riferiscono oggi Il Gazzettino e il Messaggero Veneto – è in Italia dal 1990 e a Pordenone dal 2000. Dopo lo sgombero da una casa dove viveva, da abusivo, con altri connazionali, il Comune gli ha offerto un alloggio e un lavoro, ma l’uomo non ha saputo approfittare di tali opportunità e, con un biglietto aereo pagatogli dalle Chiese evangeliche, è rientrato in Ghana. Qualche mese dopo, però, è ricomparso a Pordenone. Dal 2001 in poi ha vagabondato per l’Italia, commettendo piccoli reati per sopravvivere. E’ stato arrestato ed ha collezionato sette provvedimenti di espulsione. Da giovedì scorso l’uomo è di nuovo a Pordenone, dove dorme all’addiaccio ai piedi di un condominio di via Caboto. Il Comune, investito dalla proteste dei condomini, si è rivolto alla Questura, che però, di fronte al caso, ha detto di non poter fare nulla. Il ghanese, infatti, non può essere portato in un Centro di permanenza temporanea perché non è in attesa di rimpatrio; non può essere incarcerato per clandestinità perché i clandestini, per questo motivo, possono essere arrestati solo una volta e lui lo è già stato; non può essere caricato su un aereo perché non ha il passaporto. Per risolvere la situazione, il sindaco, Sergio Bolzonello, si è provocatoriamente detto pronto ad accompagnarlo lui stesso in auto ovunque, "basta che qualcuno – ha precisato – mi dica dove". (ANSA).
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IMMIGRAZIONE: CLANDESTINO A PORDENONE, ISTITUZIONI IN CRISI
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