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Cittadinanza italiana, a Brescia un presidio e una petizione per spingere a una riforma

Roma, 10 febbraio 2022 – Riuscire a ottenere la cittadinanza italiana lo si può considerare ancora un privilegio. La legge che disciplina questa pratica ha da poco compiuto 30 anni, e definirla vetusta forse è solo riduttivo. “Io sono una privilegiata perché ho la cittadinanza italiana, ma il privilegio esiste nel momento in cui c’è un’ingiustizia, altrimenti si chiamerebbe diritto”, ha infatti sottolineato Aisha Francesca Sanneh dal palco di largo Formentone a Brescia, dove sabato si è tenuto il presidio antifascista e antirazzista indetto dalla rete bresciana di “Restiamo umani”.

Cittadinanza italiana presidio a Brescia: “E’ un privilegio”

L’appello è stato lanciato da diverse realtà come Fabi, Collettivo Uno, AfroBrix, i giovani del Centro Culturale Islamico e Owa Community, ma soprattutto decine di bresciani. Tutti d’accordo sul fatto che sia arrivato il momento di cambiare la legge sulla cittadinanza italiana. Anzi, che sia già tardi, e per questo si devono accelerare i tempi. E’ necessario passare dallo “Ius sanguinis” attuale allo “Ius soli”, visto tra l’altro che attorno alla questione si è discusso per anni. Oggi, infatti, i figli di genitori stranieri non vengono ancora considerati italiani dalla nascita. Devono aspettare i 18 anni di età e poi possono iniziare il tortuoso processo di presentazione dei documenti che, forse nel giro di qualche anno, gli permetterà di ricevere la cittadinanza italiana.

Solamente a Brescia gli stranieri interessati da una potenziale riforma sono circa 50mila persone. Allargando il raggio di analisi, in Italia il 10% degli studenti sono stranieri. Insomma, i numero sono alti e giustificherebbero una riforma. “È una legge che per le complicazioni e i vincoli che pone non risponde ai principi di uguaglianza della nostra Costituzione. Oltre che essere anacronistica e inadatta alle esigenze del Paese”, ha ribadito la portavoce bresciana di “Restiamo umani” Siria Garattini. Così sono state consegnate le 150 firme nelle mani del presidente del Consiglio comunale della Loggia Roberto Cammarata. Affinché grazie alla petizione si faccia leva per sollecitare prima i politici bresciani, e poi le Istituzioni nazionali.

“Da lunedì la petizione finirà sul tavolo dell’assemblea cittadina. Da allora comincerà un percorso di sensibilizzazione e un dibattito sul diritto alla cittadinanza. Questa legge va cambiata e spero che la discussione che avvieremo in Loggia possa portare ad affrontare seriamente la questione a Roma”, ha dichiarato infine Cammarata.

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