Roma, 9 maggio 2022 – Per frenare l’immigrazione illegale, Bruxelles sta studiando un piano per creare un maggior numero di percorsi legali per i migranti qualificati, per permettergli di lavorare all’interno dell’Unione europea. E, contemporaneamente, combattere la carenza di manodopera. La proposta, però, non convince tutti.
Unione europea, il piano per combattere la carenza di manodopera e favorire l’immigrazione qualificata
Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, sono circa 3 milioni i cittadini di “Paesi terzi” che ogni anni si stabiliscono nell’Unione europea per studiare o lavorare. Circa 200 mila, invece, sono gli immigrati che arrivano in modo illegale. Nonostante questo, però, in Europa c’è una grave carenza di manodopera. E si presume che con il tempo questa situazione peggiorerà, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. Di fatto, la maggior parte dei permessi validi emessi sono fatti per il raggiungimento familiare. Solamente un permesso su cinque è rilasciato per motivi di lavoro. Inoltre, solo l’1,6% dei permessi di soggiorno rilasciati per la prima volta nel 2019 a cittadini di “paesi Terzi” erano nell’ambito della direttiva Blue Card, il progetto nato per attrarre lavoratori altamente qualificati.
In particolare, si presume che a subire questa carenza di manodopera nell’Unione europea nei prossimi anni saranno i settori dell’assistenza sanitaria, dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca, della tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Proprio per questo motivo Bruxelles sta studiando un piano. “L’immigrazione migrazione legale è essenziale per la nostra ripresa economica, per la transizione digitale e green. E per creare canali sicuri verso l’Europa, riducendo al tempo stesso la migrazione irregolare”, ha infatti commentato Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari Interni. La Commissione, quindi, ha proposto di permettere di acquisire lo status di residente di lungo periodo ai cittadini extracomunitari che si stabiliscono nell’Ue. Indipendentemente dal fatto che si spostino tra gli Stati membri o cambino datore di lavoro. Inoltre, l’obiettivo è quello di facilitare il processo di ottenimento di un permesso di lavoro e di soggiorno a lungo termine direttamente dai Paesi di origine dei potenziali migranti. Così da ridurre i tempi di elaborazione delle pratiche e semplificare, contemporaneamente, il ricongiungimento familiare.
Per farlo l’idea è quella di creare, entro l’estate 2023, una piattaforma a livello comunitario. Un luogo nel quale i cittadini extracomunitari possano caricare il loro curriculum e permettere le aziende europee di reclutare il personale di cui hanno bisogno. E’ possibile, però, che una versione pilota possa essere lanciata entro la prossima estate, così da facilitare l’integrazione nel mercato del lavoro dei rifugiati ucraini.
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