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Lavoro. Camuso (Cgil): “Vero problema è lo sfruttamento dei clandestini”

"Di fronte a qesti fatti, in Italia si discute del reato di clandestinità, abbiamo perso di vista la realtà". MILANO, 14 giugno 2008 – “Di fronte a un quadro così drammatico, quello dei clandestini che muoiono ogni giorno sul posto di lavoro, in Italia si discute del reato di clandestinità, abbiamo perso di vista la realtà”.

A parlare è il segretario generale della Cgil lombarda, Susanna Camuso, che in un intervista al Corriere fa notare che il vero problema, in Italia, è il reclutamento e lo sfruttamento dei lavoratori stranieri clandestini da parte di imprese senza scrupoli.

“Come se questi lavoratori fossero clandestini per scelta” – spiega la Camuso. “Il ministro Sacconi non alleggerisca le sanzioni alle imprese introdotte da Prodi. Le leggi si fanno rispettare anche punendo chi trasgredisce”.

Secondo la sindacalista della Cgil il punto è ‘rimettere al centro il lavoro’. “ Per troppo tempo si è privilegiato il fatturato al punto da trascurare la vita umana. Ora tutto il Paese dovrebbe porsi l’obiettivo ‘incidenti zero’”. A Milano, poi, presto i cantieri si moltiplicheranno in vista dell’Expo 2015. “Arriveranno migliaia di manovali e carpentieri migranti, serve un piano per affrontare la situazione”, ha sottolineato la Camusso.

“Ogni morto è una sconfitta”, spiega al Corriere la Camusso. “Certo, il fatto che a Settimo Milanese l’incidente mortale sia avvenuto in un cantiere in cui l’impresa all’inizio della catena degli appalti è controllata dai vertici Assimpredil è una tragedia nella tragedia — continua la sindacalista —. Sorge il sospetto che troppi predichino bene e razzolino male. Chi guida le associazioni di categoria dovrebbe dare l’esempio”.

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