Roma, 18 aprile 2023 – Domani il Decreto Migranti arriverà in Senato privo di un relatore. Dopo diversi giorni di discussione, infatti, non si è riusciti a trovare un punto di congiunzione, e quindi l’approvazione da parte della Commissione Affari Costituzionali è saltata. Così la maggioranza ora dovrà esaminare i quasi 350 emendamenti delle opposizioni e il sub-emendamento del governo nella giornata di domani, altrimenti le varie proposte di modifica dovranno essere ripresentate direttamente in Aula a firma dei capigruppo.
Decreto Migranti,
Tutto questo però non sembra essere sufficiente a fermare l’esecutivo che continua la sua battaglia per abolire la protezione speciale per i migranti che non hanno i requisiti per ottenere l’asilo politico o la protezione sussidiaria. La Lega, infatti, ha già dichiarato di non aver alcuna intenzione di ritirare i suoi 21 emendamenti al testo. E allo stesso tempo il ministro Piantedosi ha ribadito che “i lavori parlamentari riusciranno a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e costituzionali. Il tutto senza svilire l’alto valore di un istituto giuridico trasformandolo in un meccanismo surrettizio di elusione dell’accesso al soggiorno nel territorio nazionale. L’emergenza non è una qualificazione del fenomeno, ma uno strumento tecnico per una gestione adeguata dell’accoglienza”.
Per il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni, però, si esclude l’ipotesi di ricorrere alla fiducia: “Do atto all’opposizione che il dibattito a tratti ha dato spunti interessanti. Mi rammarico che l’enorme numero di sub-emendamenti presentati non ci consenta di esaurire l’esame di tutti gli articoli. La maggioranza farà la sua strada, è un decreto importante che bisogna assolutamente convertire. Nessuno può negare che ci sia una gravissima emergenza. Mancano ancora più di 300 emendamenti, trarremo il bilancio intorno a mezzanotte. Ha senso proseguire se c’è lo spazio per concludere entro le 16:30. Se si va in Aula senza relatore tutto il lavoro fatto viene azzerato. E tutti gli emendamenti vanno ripresentati in Aula, votando da capo, emendamento per emendamento. Ci saranno quindi 400-500 votazioni”, ha tuttavia sottolineato.
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