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Il profilo dei lavoratori domestici in Italia: migranti, ultracinquantenni e a basso reddito

Quasi 900 mila colf e badanti, 7 su 10 sono migranti

Roma, 4 luglio 2023 – Secondo i recenti dati dell’Osservatorio sui lavoratori domestici dell’INPS, aggiornati al 2022, emerge un identikit ricorrente tra colf e badanti in Italia. Sono principalmente donne migranti, ultracinquantenni e a basso reddito. Queste informazioni forniscono uno sguardo approfondito sulla composizione della forza lavoro domestica nel paese, evidenziando tendenze significative riguardo alla nazionalità, all’età e ai livelli di reddito dei lavoratori.

Composizione per nazionalità

Dei 894.299 lavoratori domestici che hanno versato i contributi all’INPS nel 2022, l’86,4% è costituito da donne. La maggior parte dei lavoratori domestici è di nazionalità straniera, rappresentando il 69,5% del totale. L’Europa dell’Est è la zona geografica da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici, con il 35,4% del totale, seguita dai lavoratori di cittadinanza italiana (30,5%), quelli provenienti dal Sud America (7,8%) e dall’Asia Orientale (6,8%). Da dieci anni a questa parte, si è registrato un notevole cambiamento nella composizione dei lavoratori, con una diminuzione significativa della quota di lavoratori dell’Est europeo.

Distribuzione per classe d’età

La classe d’età più frequente tra i lavoratori domestici è quella compresa tra i 50 e i 54 anni, rappresentando il 17,2% del totale. Il 21,4% ha un’età pari o superiore ai 60 anni, mentre solo l’1,9% ha un’età inferiore ai 25 anni. È interessante notare che nel 2022 i lavoratori domestici sotto i 45 anni rappresentano il 30,2% del totale, rispetto al 49,7% di dieci anni fa. Questo suggerisce un invecchiamento della forza lavoro domestica nel corso degli anni.

Reddito

L’analisi dei dati rivela che il 60% dei lavoratori domestici guadagna meno di 8.000 euro all’anno. Le donne presentano in media una retribuzione leggermente più alta rispetto agli uomini. Infatti, il 66% degli uomini guadagna meno di 8.000 euro all’anno, rispetto al 59% delle donne. Queste cifre mettono in luce la precarietà economica che affligge gran parte dei lavoratori domestici, i quali si trovano spesso a fronteggiare bassi salari nonostante il loro importante ruolo nella società.

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