Corte di Cassazione, Terza Sezione Penale, Sentenza n. 13234 del 28 marzo 2008.
Pubblichiamo di seguito la sentenza n. 13234 del 13 dicembre 2007, depositata il 28 marzo 2008 dalla Terza sezione penale della Corte di Cassazione, che annulla con rinvio la decisione della Corte d’Appello di Venezia con la quale è stato condannato il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, per il reato di istigazione al razzismo.
Tosi, insieme ad altri quattro leghisti (Matteo Bragantini, Lucio Coletto, Enrico Corsi e Maurizio Filippi) era stato rinviato a giudizio dal pm veronese Guido Papalia per essere stato promotore di una petizione nella quale si chiedeva "lo sgombero immediato di tutti i campi nomadi abusivi e provvisori e che l’amministrazione non realizzi nessun nuovo insediamento nel territorio comunale".
La raccolta di firme era stata pubblicizzata da manifesti con su scritto "no ai campi nomadi, firma anche tu per mandare via gli zingari". A carico di Tosi, all’epoca (2001) capogruppo regionale della Lega, e a riprova della volontà discriminatoria erano state considerate anche le parole da lui pronunciate: "gli zingari – aveva detto – dovevano essere mandati via perché dove arrivavano c’erano furti".
La Suprema Corte afferma che "la discriminazione si deve fondare sulla qualità del soggetto (nero, zingaro, ebreo ecc) e non sui comportamenti. La discriminazione per l’altrui diversità è cosa diversa dalla discriminazione per l’altrui criminosità. In definitiva un soggetto può anche essere legittimamente discriminato per il suo comportamento ma non per la sua qualità di essere diverso".
Aggiunge inoltre che "la frase anzidetta non esprimeva alcuna idea di superiorità o almeno non superiorità fondata sulla semplice diversità etnica, ma manifestava solo un’idea di avversione non determinata dalla qualità di zingari delle persone discriminate ma dal fatto che tutti gli zingari erano ladri". E questo, per i supremi giudici, "non è un concetto di superiorità o odio razziale, ma un pregiudizio razziale". Punibile se "contiene affermazioni categoriche non corrispondenti al vero".