Roma, 1 marzo 2024 – Il lavoro domestico in Italia ha subìto una significativa riduzione nel 2022, con una diminuzione del 7,9% rispetto all’anno precedente, secondo quanto emerso dal 5° rapporto annuale dell’Osservatorio DOMINA. Tale calo è attribuibile principalmente all’esaurimento degli effetti della “sanatoria”, che ha consentito la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri, colf e badanti. Riportando, di fatto, gli assunti regolari ai livelli del 2016.
Colf e badanti, come sta cambiando il mercato
Analizzando i dati a livello regionale, si osserva che il decremento di colf e badanti non è uniforme in tutta Italia. Regioni come la Campania, la Basilicata e la Calabria, infatti, hanno registrato un calo più marcato. Mentre altre come la Sardegna hanno visto una diminuzione meno significativa. Nonostante ciò, un terzo di tutti i lavoratori domestici si concentra principalmente in Lombardia e Lazio. E sebbene storicamente il lavoro domestico sia associato al genere femminile, nel 2022 si è osservato un aumento dei lavoratori di genere maschile, che rappresentano il 13,6% del totale. Questo fenomeno è particolarmente evidente in regioni come la Sicilia e la Campania.
Inoltre, si è riscontrato che il numero di datori di lavoro domestico è superiore a quello dei lavoratori stessi. Il che indica una frequente situazione in cui più lavoratori sono impiegati presso lo stesso datore di lavoro. La maggior parte dei datori di lavoro è di genere femminile, soprattutto in Sardegna, mentre il Veneto è la regione con il maggior numero di datori di lavoro maschili. Dal punto di vista della spesa delle famiglie per colf e badanti, si è verificato un calo per la prima volta nel 2022, dopo un aumento progressivo negli anni precedenti. Tuttavia, nonostante la produttività relativamente bassa rispetto ad altri settori economici, il lavoro domestico contribuisce positivamente al PIL italiano, rappresentando l’1% del totale. La spesa delle famiglie, infatti, raggiunge i 14,3 miliardi, di cui 7,7 per le badanti e 6,6 per le colf.
Infine, è importante sottolineare il ruolo fondamentale delle famiglie come attori di welfare. Poiché il loro impegno come datori di lavoro si traduce in un risparmio significativo per le casse pubbliche. Senza la spesa delle famiglie per l’assistenza a domicilio, difatti, lo Stato dovrebbe sostenere costi notevolmente più elevati per la gestione in strutture di anziani e persone bisognose di assistenza.
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