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Accordo Italia-Albania, tra ritardi e mezze verità: “3mila posti? Al massimo ci staranno un migliaio di migranti”

Roma, 18 aprile 2024 – Il progetto del Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) dei migranti in Albania settentrionale non solo è in ritardo, ma è anche avvolto dall’incertezza. Ci sono infatti una serie di questioni, a partire dai costi non previsti e che si stanno rivelando sempre più alti, che sollevano dubbi sulla sua effettiva realizzazione e operatività.

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Migranti, l’accordo Italia-Albania e i ritardi sulla realizzazione del CPR

Come ha spiegato ilfattoquotidiano.it, che si è recato sul posto, l’ex base militare, dove dovrebbe sorgere il CPR, è attualmente inaccessibile al pubblico, sorvegliata da guardiani zelanti. E i famigerati progressi nei lavori sono a dir poco scarsi, confermando i timori di un significativo ritardo nel completamento della struttura. Secondo testimonianze e immagini dai droni, poi, un cronista albanese ha fornito dei dettagli che contrastano in modo sostanziale con ciò che è stato dichiarato dal governo italiano, con le sue aspettative e con le sue intenzioni. “Voi scrivete di 3mila posti, a me ne risultano meno. Due strutture all’interno della base, usate dai militari, saranno trasformate per l’accoglienza. Una, la più grande, ospiterà chi ha ricevuto l’ok alla richiesta d’asilo per una capienza di 880 posti. Nella più piccola andranno i rimpatriabili e ci saranno 150 posti“, ha spiegato il giornalista.

La mancanza di trasparenza da parte delle autorità albanesi, inoltre, solleva domande fondamentali sul funzionamento del CPR, inclusa la sua capacità di accoglienza e le procedure per i migranti ospitati. Ma questo non è tutto: la creazione di un’area carceraria all’interno della struttura fa crescere una serie di preoccupazioni sulla gestione e la sicurezza dei detenuti. Tra l’altro, non è solamente la costruzione del CPR a essere in ritardo: lo stesso destino lo sta scontando anche il progetto dell’hotspot al porto di Shengjin. Sebbene la struttura sia in fase di allestimento, infatti, la sua effettiva operatività è ancora incerta.

Le sfide logistiche, incluse le strade strette e trafficate, poi, complicano ulteriormente la situazione, mettendo in discussione la fattibilità dei tempi di consegna previsti. E in tutto questo le autorità albanesi sono sotto pressione per garantire un rapido collegamento viario tra l’aeroporto internazionale di Tirana e il CPR, in vista dell’inaugurazione delle strutture per i richiedenti asilo. Per concludere, quindi, si può dire ancora una volta che quello che è stato venduto come un progetto rivoluzionario, probabilmente non sarà alto che un grande flop a firma governo Meloni.

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