Roma, 17 giugno 2024 – Tre giovani migranti provenienti dall’Africa e dall’Asia sono stati assunti come braccianti dall’antica istituzione cittadina della Fraternita dei Laici. Questi ragazzi, parte del gruppo di richiedenti asilo accolti nel centro di accoglienza straordinaria (CAS) di Civitella, sono ora impegnati nelle operazioni agricole delle tenute di Fraternita. “Con questa operazione vogliamo dare anche una risposta sociale permettendo loro l’apprendimento di un lavoro onesto che gli permetta di vivere nel nostro Paese sottraendoli da sfruttamento e da altre situazioni negative”, ha spiegato il primo rettore Pier Luigi Rossi.
Migranti, l’iniziativa della Fraternita dei Laici
Questa iniziativa mira non solo a fornire ai migranti un’opportunità di lavoro dignitosa, sottraendoli a possibili situazioni di sfruttamento, ma anche a risolvere la crescente difficoltà di trovare personale per le operazioni manuali nei vigneti e negli oliveti. “Quello appena iniziato è un periodo particolarmente intenso per la nostra attività agricola. Le nostre tenute, come noto, si estendono su una superficie di circa 1.000 ettari, situati nei comuni di Arezzo, Civitella in Val di Chiana e Castiglion Fibocchi. Nel corso dei secoli passati, queste terre sono state coltivate con cura, mantenendo un ambiente ideale per la crescita della vite e dell’olivo”, ha spiegato poi Rossi all’Arezzo Notizie.
“All’interno dell’azienda sono presenti due cantine: la prima, di carattere storico, è situata in un edificio risalente ai primi del ‘900 ed è utilizzata per lo stoccaggio e l’invecchiamento in botti di legno e barrique, con locali a temperatura controllata. La seconda cantina, di costruzione più recente, è dedicata alla vinificazione e allo stoccaggio iniziale. Al fine di poter effettuare delle operazioni agricole nei nostri terreni abbiamo assunto i tre migranti che lavoreranno nella zona dove risiedono. Con questa operazione vogliamo dare anche una risposta sociale permettendo loro l’apprendimento di un lavoro onesto che gli permetta di vivere nel nostro Paese sottraendoli da sfruttamento e da altre situazioni negative. Contestualmente, abbiamo permesso alla nostra azienda agricola di svolgere delle importanti operazioni manuali nei vigneti e negli oliveti per le quali con sempre più difficoltà si trova personale”, ha aggiunto infine.
L’assunzione dei migranti non solo risponde a una necessità agricola, ma rappresenta anche un significativo passo verso l’integrazione e la valorizzazione delle risorse umane locali, contribuendo al benessere e allo sviluppo della comunità.
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