Roma, 12 settembre 2024 – In occasione dell’inaugurazione di una nuova scuola a Solofra, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha espresso forti critiche verso l’attuale posizione del governo in merito alla concessione della cittadinanza ai figli di immigrati. “È una posizione disumana, oltre che sbagliata”, ha dichiarato De Luca, sottolineando come il riconoscimento della cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri che abbiano completato il ciclo di studi rappresenti “una scelta di civiltà”.
Secondo il presidente, questa misura sarebbe anche una risposta necessaria per un Paese che invecchia rapidamente e che ha bisogno di nuove energie e speranze per il futuro. “L’Italia è un Paese che invecchia e ha bisogno di una spinta. Dare la cittadinanza ai figli degli immigrati non è solo un atto di giustizia sociale, ma anche una mossa strategica per il futuro della nostra società”, ha ribadito.
Dati preoccupanti sull’inclusione scolastica dei figli di immigrati
De Luca ha poi richiamato l’attenzione sui dati diffusi da Openpolis, che evidenziano come più della metà dei bambini figli di immigrati tra i 3 e i 5 anni non frequenti la scuola dell’infanzia. Questo dato, secondo il governatore campano, è allarmante e richiede azioni concrete per favorire l’inclusione scolastica e combattere la dispersione. “La Campania è la regione che investe di più nella scuola, con il programma Scuola Viva che permette a oltre 500 istituti di rimanere aperti anche nel pomeriggio e la sera, per contrastare la dispersione scolastica e intervenire nelle realtà più a rischio”, ha affermato.
Il progetto Scuola Viva rappresenta un pilastro delle politiche regionali in materia di istruzione, permettendo a migliaia di studenti di accedere a risorse educative e formative al di fuori dell’orario scolastico, in particolare nelle zone più difficili della Città metropolitana di Napoli.
Autonomia differenziata e il rischio per sanità e istruzione nel Sud
Il governatore campano ha anche toccato il tema dell’Autonomia differenziata, criticando le proposte che, a suo avviso, potrebbero aggravare le disparità territoriali tra Nord e Sud Italia. “Stiamo combattendo una battaglia per evitare che servizi essenziali come la sanità e la scuola pubblica vengano gravemente compromessi nel Mezzogiorno”, ha affermato De Luca. Il presidente teme che le regioni più ricche del Nord, grazie a maggiori risorse, possano garantire migliori condizioni salariali per insegnanti e medici, assicurandosi così una copertura più ampia e capillare sul territorio, mentre le regioni meridionali non avrebbero le stesse possibilità.
“Le regioni del Sud non dispongono delle risorse necessarie per attirare personale qualificato nelle zone montane e nelle aree più disagiate, cosa che rischia di lasciare ulteriormente scoperti questi territori”, ha concluso De Luca.
La battaglia del presidente campano si inserisce in un contesto più ampio di dibattito nazionale sulla giustizia sociale, l’eguaglianza territoriale e la necessità di politiche che promuovano un’Italia più inclusiva e unita.