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Cittadinanza in Italia: il dibattito su Ius Soli e Ius Scholae si intensifica

Roma, 24 settembre 2024 – La battaglia per una riforma della cittadinanza in Italia si fa sempre più accesa e si gioca su diversi fronti. Da un lato, l’attivismo civico è in pieno fermento con il referendum promosso da Più Europa, che negli ultimi giorni ha registrato un sorprendente aumento di adesioni, al punto che il sito dedicato alla raccolta firme è andato in tilt. Dall’altro, nelle Aule parlamentari, si preannunciano momenti cruciali tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, quando verranno discusse diverse proposte di legge per modificare i criteri di accesso alla cittadinanza italiana.

Le proposte in parlamento: lo Ius Soli e lo Ius Scholae

Al centro del dibattito ci sono due modelli principali di cittadinanza: lo Ius Soli, che permetterebbe ai bambini nati in Italia da genitori stranieri di ottenere la cittadinanza, e lo Ius Scholae, che punta a concederla ai minori stranieri che completano un ciclo scolastico nel Paese.

Il Partito Democratico (PD) ha già presentato una proposta di legge alla Camera dei Deputati, annunciata dalla parlamentare Ouidad Bakkali, che prevede una duplice apertura. Da un lato, l’automatica concessione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da almeno un genitore con un anno di residenza legale; dall’altro, il riconoscimento della cittadinanza per quei minori che, arrivati in Italia prima dei 12 anni, abbiano completato almeno cinque anni di scuola, includendo anche la scuola materna. “Se ci fosse stato lo Ius Scholae, sarei diventata cittadina molto prima”, ha commentato la deputata Bakkali, che ha dovuto attendere 21 anni per ottenere la cittadinanza italiana.

Tra le altre novità proposte dal PD c’è la riduzione da 10 a 5 degli anni di residenza continuativa richiesti per richiedere la cittadinanza, allineandosi così alle norme già in vigore in molti Paesi europei. Inoltre, la proposta prevede che i contributi versati da chi richiede la cittadinanza siano destinati al Ministero dell’Istruzione per finanziare progetti di educazione civica, a sottolineare l’importanza dell’integrazione e della formazione dei nuovi cittadini.

Le iniziative degli altri Partiti

Oltre alla proposta del PD, anche altre forze politiche sono in campo con proposte simili. In Parlamento, nei prossimi mesi, saranno discusse le mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle (M5S) e dalla coalizione Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), che sostengono a loro volta modelli di cittadinanza inclusiva e la riforma dell’attuale legislazione. Questi interventi sono il segnale di una crescente pressione verso un cambiamento delle regole per l’accesso alla cittadinanza, in particolare per i minori che vivono e crescono in Italia.

Il dibattito pubblico e la mobilitazione sociale

Il dibattito sulla cittadinanza non si ferma nelle aule parlamentari. Il referendum lanciato da Più Europa ha riacceso la partecipazione pubblica sul tema, dimostrando che il desiderio di una riforma è fortemente sentito da una parte significativa della popolazione. L’incredibile crescita nel numero di firme per il referendum riflette una mobilitazione sociale sempre più consapevole e attiva sul tema dei diritti dei nuovi italiani.

Verso una muova cittadinanza

L’Italia si trova davanti a una sfida importante, che riguarda non solo l’inclusione di chi vive e contribuisce al Paese, ma anche l’allineamento delle sue leggi a quelle di altri Paesi europei. Il dibattito sullo Ius Soli e lo Ius Scholae potrebbe portare a una svolta storica per la cittadinanza italiana, trasformando il volto del Paese e promuovendo un modello di integrazione basato sulla partecipazione e sulla formazione. La prossima fase legislativa sarà cruciale per capire se l’Italia saprà cogliere questa opportunità di cambiamento.

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