Roma, 15 ottobre 2024 – La questione dei rimpatri dei migranti continua a essere al centro del dibattito in Europa. Recentemente, una portavoce della Commissione Europea ha dichiarato che, al momento, “non è legalmente possibile per l’Ue avere questa opzione” di rimpatriare i migranti in Paesi terzi, ad esempio attraverso accordi simili a quello recentemente discusso tra Italia e Albania.
Per rendere possibile un tale modello, l’Ue dovrebbe intervenire normativamente per regolamentare il rimpatrio forzato dei migranti non solo nel Paese di origine, ma anche in un Paese terzo. Si tratta di un’opzione che è attualmente in fase di esame all’interno delle istituzioni europee.
La portavoce ha inoltre sottolineato che, nell’ambito di una politica d’asilo e migrazione efficace, “coloro che non hanno il diritto legale di restare devono essere rimpatriati”. Questo richiamo mette in evidenza la necessità di accelerare i processi di rimpatrio e rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione Europea.
Il riferimento al “modello Italia-Albania” suggerisce che l’Italia stia esplorando nuove modalità di gestione dei migranti irregolari, cercando di stabilire accordi bilaterali con Paesi terzi, come l’Albania, per alleggerire la pressione migratoria. Tuttavia, senza un quadro giuridico adeguato a livello europeo, tali iniziative rimangono limitate e richiedono un ulteriore sforzo da parte delle istituzioni comunitarie.
Questa dichiarazione riaccende il dibattito su come l’Unione Europea intenda gestire le sfide legate ai flussi migratori, mantenendo un equilibrio tra il rispetto dei diritti umani e la necessità di garantire una gestione sostenibile ed efficiente delle migrazioni.