Roma, 12 novembre 2024 – Nei primi dieci mesi del 2024, gli attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell’Unione Europea sono diminuiti del 43%, attestandosi a 191.900 unità, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È quanto emerge dai dati preliminari comunicati da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. La diminuzione è attribuibile in particolare ai cali significativi registrati sulle rotte del Mediterraneo centrale, con una riduzione del 62%, e dei Balcani occidentali, che segna un calo drastico dell’80%.
Flussi migratori sulle diverse rotte e cause della riduzione
La rotta del Mediterraneo centrale, una delle principali vie di accesso all’Europa per i migranti provenienti da Africa e Medio Oriente, ha visto un forte decremento grazie agli sforzi delle autorità tunisine e libiche nella lotta contro i trafficanti. Da gennaio a ottobre, il numero di arrivi su questa rotta è sceso a 55.227, segnando un calo del 62% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Rotte in crescita: Mediterraneo orientale e confine terrestre orientale
Contrariamente al trend generale di calo, la rotta del Mediterraneo orientale ha registrato un aumento del 14% nei primi dieci mesi del 2024, raggiungendo un totale di 54.989 arrivi. Soltanto nel mese di ottobre, questa è stata la via più trafficata, con 7.300 rilevamenti. Anche i confini terrestri orientali, in particolare le frontiere con Bielorussia e Ucraina, hanno subito un incremento importante del 195%, con 15.234 attraversamenti irregolari.
Altre rotte attive: Africa occidentale e Manica
La rotta dell’Africa occidentale ha mantenuto un livello elevato di migrazioni irregolari, con oltre 34.091 attraversamenti tra gennaio e ottobre. Anche la rotta della Manica, che porta principalmente verso il Regno Unito, ha registrato un aumento del 5%, con 57.162 persone rilevate nel tentativo di attraversamento.
Nazionalità prevalenti dei migranti
Secondo i dati forniti da Frontex, le principali nazionalità dei migranti irregolari che hanno tentato di raggiungere l’Europa quest’anno sono siriani, maliani e ucraini. La diversificazione delle nazionalità riflette la complessità dei flussi migratori, che si alimentano sia di crisi umanitarie che di situazioni economiche difficili nei Paesi di origine.
Un quadro migratorio in evoluzione
La dinamica complessa dei flussi migratori verso l’Europa evidenzia la necessità di strategie differenziate per rispondere ai cambiamenti che si manifestano sulle diverse rotte. L’impegno di Frontex e delle autorità locali, come in Tunisia e Libia, ha contribuito a ridurre i flussi irregolari sul Mediterraneo centrale, ma la pressione resta alta su altre vie come quella del Mediterraneo orientale e il confine terrestre orientale.
Questo calo complessivo, sebbene incoraggiante, richiede un monitoraggio costante e una risposta coordinata da parte degli Stati membri per garantire sicurezza e gestione efficace dei flussi, bilanciando l’accoglienza di chi fugge da guerre e persecuzioni con la necessità di combattere le attività illecite dei trafficanti di esseri umani.