Sarà necessario un ulteriore esame al Senato ROMA, 14 luglio 2008 – Il governo pone la fiducia alla Camera sul decreto legge sicurezza. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha spiegato che l’esigenza di porre la fiducia nasce dal fatto che "il governo ha apportato delle modifiche al testo, che scade la prossima settimana rendendone necessario un ulteriore esame al Senato". Una scelta "determinata anche dal grande numero di emendamenti presentati dalla opposizione davanti a modifiche introdotte che non destano motivi di polemica".
Durissima la reazione delle opposizioni nell’Aula della Camera. "Siamo davanti a un esproprio delle prerogative del Parlamento di cui il governo si deve assumere la responsabilità", ha detto Massimo Donadi dell’Idv aggiungendo che "il Governo non ha nessuna considerazione del ruolo della opposizione e parla di dialogo solo a parole. Questo è un momento difficile per i rapporti democratici in questo Parlamento e in questo Paese. Si toglie qualsiasi possibilità di intervenire a un Parlamento che non fa alcun ostruzionismo, determinando un abuso che è intollerabile".
"La causa della fiducia – osserva Roberto Giachetti del Pd – non sta nel numero degli emendamenti al decreto, ma dalla violenza apportata al regolamento per far passare una legge che tutti sanno a chi interessa. La verità è che il Parlamento viene visto come una bottega: si vuole procedere a tappe serrate verso una ulteriore compressione dei diritti dell’opposizione in vista del voto sulla Manovra, con protervia ed arroganza e con una modifica per vie di fatto del funzionamento del Parlamento".
Difende la scelta assunta dal governo Simone Baldelli del Pdl. "I troppi emendamenti hanno posto in forse la conversione in tempo utile del decreto. Questa scelta del governo risponde al buon senso: affrontare il testo con 1.100 emendamenti non sarebbe stata la risposta opportuna da dare al Paese".
PER IL BERLUSCONI IV E’ LA SECONDA FIDUCIA – La questione di fiducia posta sul decreto sicurezza a 67 giorni dal giuramento è la seconda di questa legislatura (oltre a quelle sulla presentazione del governo alle Camere subito dopo la sua formazione).
La prima richiesta di fiducia era stata posta sul decreto fiscale alla Camera, dove il 25 giugno scorso i voti a favore del governo sono stati 326, i voti contrari 260, e tre deputati si sono astenuti. Nella legislatura precedente, il governo Prodi aveva fattoricorso 27 volte (14 alla Camera e 13 al Senato) a voti difiducia su singoli provvedimenti.
A questi vanno sommate le sei votazioni politiche: due all’insediamento, altre due dopo lacrisi di febbraio 2007 e il conseguente rinvio alle Camere daparte del presidente della Repubblica, altre due a gennaio 2008,la seconda della quale (al Senato) ha portato alla caduta del governo. In totale 33 voti di fiducia. Nella legislatura ancora precedente, l’esecutivo Berlusconi II aveva totalizzato 29 voti di fiducia in tre anni e 10 mesi,ai quali vanno aggiunte le 21 fiducie del terzo governo delCavaliere, nei suoi nove mesi e mezzo di vita.