Roma, 4 maggio 2025 – Mouad (nome di fantasia), giovane originario della Guinea, da oltre due anni è rinchiuso in un carcere per adulti a Trapani, accusato di essere uno “scafista”. Per lo Stato italiano, è nato il 1 gennaio 2005, ma lui sostiene di aver appena compiuto diciotto anni, quindi di essere entrato in carcere quando era ancora minorenne.
La storia di Mouad. “Sono partito dalla mia terra solo per aiutare mia madre nelle sue sofferenze. Per favore, aiutatemi”. Mouad scrive lettere disperate agli attivisti dell’Arci Porco Rosso di Palermo, che seguono il suo caso. Racconta di essere fuggito dalla Guinea a soli dodici anni per sfuggire alla guerra, attraversando Mali, Senegal e Tunisia, dove ha subito sfruttamento e persecuzioni, fino a tentare la traversata verso l’Italia nel febbraio 2023.
L’accusa e il processo. Accusato di aver guidato un gommone con 13 persone, Mouad è stato denunciato da alcuni passeggeri tunisini. Nonostante si fosse limitato a sostituire una candela nel motore, è stato condannato come “scafista” anche per un presunto vantaggio indiretto: non avrebbe pagato i 5mila dinari richiesti agli altri migranti.
Controversie sull’età e gli esami medici. Sebbene Mouad abbia dichiarato subito la sua minore età, a Trapani è stato identificato come adulto dopo una semplice radiografia del polso. Questo esame, secondo l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, è impreciso e può sbagliare fino a cinque anni.
La sua avvocata, Frustreri, ha prodotto un certificato sostitutivo di nascita proveniente dalla Guinea, inizialmente respinto dai giudici perché basato su testimonianze familiari. Il certificato ufficiale, con timbro e protocollo, è arrivato soltanto a processo ormai concluso.
La situazione carceraria. Mouad si trova nel carcere di Trapani, istituto recentemente al centro di scandali per torture e abusi sui detenuti, con 11 agenti agli arresti domiciliari e altri 35 indagati.
Solidarietà e speranze. La parrocchia Santa Lucia di Palermo ha offerto ospitalità a Mouad per i domiciliari, richiesta finora respinta. Ora la decisione passa al Riesame, che valuterà anche i nuovi documenti ufficiali giunti dalla Guinea.
Una situazione diffusa. Secondo Arci Porco Rosso, negli ultimi due anni circa 300 persone sono state arrestate in situazioni simili, con frequenti errori sull’età anagrafica e accuse basate su testimonianze spesso dubbie. Attivisti denunciano una vera e propria “ricerca sistematica di capri espiatori” per giustificare le politiche migratorie italiane ed europee.