Roma, 19 maggio 2025 – Un importante passo verso l’inclusione e l’equità nell’accesso alle cure è stato compiuto ad Avezzano, in Abruzzo, con la firma di un protocollo d’intesa tra l’Area Marsica della Asl 1 Abruzzo e la Diocesi di Avezzano. L’accordo, siglato lunedì 12 maggio presso la sala riunioni del Consultorio di Avezzano, punta a rafforzare il ruolo della mediazione culturale all’interno dei servizi socio-sanitari offerti dai consultori familiari.
Un’alleanza tra sanità e Chiesa
A firmare il documento sono stati la dottoressa Antonella Busico per la Asl 1 e S.E. mons. Giovanni Massaro per la Diocesi. L’intesa formalizza e struttura prassi operative già collaudate nei mesi precedenti, nate dalla collaborazione tra gli enti, e rappresenta un modello replicabile in altri territori.
Obiettivi: accesso, comunicazione e consapevolezza
Il protocollo ha tre obiettivi centrali:
- Favorire l’accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari delle persone con background migratorio, spesso escluse per motivi linguistici, culturali o sociali.
- Migliorare la comunicazione tra operatori sanitari e utenti stranieri, riducendo incomprensioni e potenziali discriminazioni.
- Promuovere la conoscenza dei diritti sanitari e le opportunità di diagnosi, cura, prevenzione ed educazione disponibili presso i consultori.
Il ruolo dei mediatori culturali
I mediatori culturali, individuati dal Servizio Migrantes della diocesi, non avranno solo un ruolo di affiancamento nelle prestazioni consultoriali, ma saranno protagonisti anche di attività educative, di sensibilizzazione e di promozione della salute. Tra le aree di intervento: la salute materno-infantile, l’educazione all’affettività, la prevenzione e il contrasto della violenza di genere.
Un aiuto concreto per chi è ai margini
L’iniziativa risponde a una realtà spesso trascurata: i servizi sanitari non sono facilmente accessibili per chi vive in condizioni di marginalità, in particolare per i cittadini provenienti da Paesi non comunitari. L’obiettivo del protocollo è proprio quello di accompagnare gli utenti nel confronto con gli usi e costumi italiani, offrendo un sostegno umano e culturale in un momento delicato come quello del percorso sanitario.
In un’epoca in cui la sanità rischia di diventare sempre più tecnica e impersonale, l’integrazione della mediazione culturale nei consultori rappresenta una scelta di civiltà e umanità. Una scelta che fa dell’inclusione e del dialogo interculturale gli strumenti per costruire una società più giusta e un sistema sanitario più accessibile per tutti.