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Istat: è buona la salute degli stranieri in Italia

Poca attenzione però ai rischi del fumo e del sovrappeso ROMA, 12 dicembre 2008 – Sono buone le condizioni di salute degli stranieri in Italia, secondo il quadro che emerge da un rapporto dell’Istat riferito al 2005.

I bisogni di salute sono abbastanza simili a quelli della popolazione italiana e mediamente in migliori condizioni di salute. Gli immigrati sono infatti "di prima generazione" e sono giovani ma, come confermano altri studi ciò potrebbe anche essere in parte spiegato dal fatto che le persone che non godono più di buona salute tornano al loro paese d’origine.

L’80,3% dichiara di stare bene o molto bene, contro il 71,8% tra gli italiani. Sono il 22,8% gli stranieri con almeno una malattia nelle quattro settimane precedenti l’intervista, contro il 27,4% tra gli italiani. Diverse le situazioni per etnia: i marocchini evidenziano rispetto ad altre nazionalità e agli stessi italiani una peggiore salute percepita, in particolare quella di tipo mentale.

Peraltro sembrano confermarsi, anche tra gli stranieri, le condizioni di salute meno favorevoli nelle persone di status sociale più basso. Sono più contenute le prestazioni sanitarie, come visite mediche e accertamenti diagnostici (il 18,4% contro il 24,6% per gli italiani ha effettuato una visita medica nelle quattro settimane precedenti l’intervista, e il 6,8% contro il 9,6% accertamenti diagnostici), in particolare quelle di tipo specialistico che si dimezzano nella popolazione straniera, con un minor ricorso allo specialista privato.

Il tasso di ricovero è più basso per gli uomini stranieri rispetto a quelli italiani, e va nell’analoga direzione per le donne quando si escludono i ricoveri per parto. Gli stranieri uomini usano di più il Pronto Soccorso (il 7,0% rispetto al 4,2% degli italiani nei tre mesi precedenti l’intervista è ricorso al Pronto Soccorso.

C’è comunque poca prevenzione fra gli immigrati in Italia, specialmente per il troppo fumo e il sovrappeso. Fattori di rischio destinati a provocare un peggioramento delle condizioni di salute della popolazione straniera in Italia in poco tempo.

La quota di uomini stranieri che non controlla la pressione arteriosa è pari al 39,1% (tra gli italiani è pari al 22,0%), tra le donne straniere si riduce al 31% (tra le italiane è pari al 17,3%). Agli screeening per la prevenzione dei tumori femminili ricorre al massimo la metà delle donne straniere nelle fasce d’età raccomandate (51,6% il pap test e 42,9% la mammografia), ancora più contenuta tra le donne di origine marocchina e albanese il ricorso al pap test (una donna su tre), mentre per le italiane i tassi superano il 70% (rispettivamente 71,8% e 73,1%).

Il fumo è un’abitudine diffusa nel 27,9% degli uomini e nel 14,6% delle donne straniere tra i 14-64 anni. Rispetto ai cittadini italiani, sia per gli uomini (30,9% contro il 27,9%) che per le donne (20% contro 14,6%), si evidenzia una minore diffusione del consumo di tabacco tra gli stranieri. Se invece si analizza la diffusione del fumo rispetto alle nazionalità d’origine, gli uomini albanesi sono in testa (42,2%) con elevate differenze di genere rispetto alle donne della stessa nazionalità (3,6%). Stessa distanza fra gli africani di origine marocchina o proveniente da altri paesi del continente. Tra le donne sono invece le rumene che fanno registrare la quota più alta di fumatrici (28,3%) L’eccesso di peso è più diffuso tra i maschi di origine albanese e tra le donne di origine marocchina.

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