I lavoratori per i quali è stata presentata la domanda sono assimilabili a quelli che hanno già un permesso di soggiorno. Le indicazioni del Ministero dell’Interno
Roma – 26 ottobre 2012 – I centotrentamila lavoratori stranieri per le quali famiglie e imprese hanno presentato la domanda di regolarizzazione vanno iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. Il via libera arriva dal ministero dell’interno, anche perchè le prestazioni delle quali avranno eventualmente bisogno hanno già una copertura finanziaria.
Una quota dei 1000 euro di contributo forfettario pagato dai datori di lavoro (o, forse più spesso, dagli stessi lavoratori),così come i contributi, arretrati e futuri, che entreranno nelle casse dell’Inps grazie alla regolarizzazione, serviranno a fronteggiare l’impatto dei nuovi assistiti sulla Sanità pubblica. Questo, ricorda il Viminale in una circolare inviata ieri a tutte le Prefetture, è stimato in 43 milioni di euro per il 2012, e in 130 milioni a partire dall’anno prossimo.
“La copertura contributiva, previdenziale e assistenziale e l’iscrizione al SSN assumono particolare rilevanza soprattutto nel caso di necessità del certificato di malattia e per la conseguente indennità di malattia pagata dall’Inps” sottolinea la circolare. Ricordando anche che, finchè non termina la procedura di regolarizzazione, il lavoratore straniero non può essere espulso.
Alla luce di tutto ciò, conclude il direttore centrale per le politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo, Angelo Malandrino, “si ritiene che i cittadini stranieri per i quali sia stata presentata dichiarazione di emersione siano assimilabili ai destinatari dell’assicurazione obbligatoria di cui all’art.34 del T.U. sull’immigrazione [cioè i lavoratori stranieri regolari n.d.r.] e, quindi, possano essere iscritti al Servizio sanitario Nazionale”.
Dal momento che generalmente i lavoratori stranieri coinvolti nella regolarizzazione non hanno ancora un codice fiscale e lo otterranno solo quando verranno convocati dallo Sportello Unico per l’Immigrazione, il ministero ritiene che vadano assistiti come “stranieri temporaneamente presenti”, mentre per il rilascio della tessera sanitaria dovranno aspettare il codice fiscale.
E i pochi che invece hanno già un codice fiscale, ad esempio perché in passato erano stati “regolari” in Italia o erano titolari di un permesso che non consentiva di lavorare? Secondo il ministero dell’interno “possono iscriversi direttamente al servizio sanitario nazionale”.
“Questa distinzione è solo un espediente tecnico per supplire alla mancanza del codice fiscale” commenta l’avvocato Mascia Salvatore, esperto legale di Stranieriinitalia.it. “È evidente che, anche se iscritti con un codice Stp, i lavoratori in attesa della regolarizzazione avranno diritto alle stesse prestazioni previste per quelli che hanno già in tasca un permesso di soggiorno”.
Scarica la circolare del Ministero dell’Interno
Elvio Pasca