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Amato: “Mi amareggia non aver finito il lavoro a favore degli immigrati ”. Che ne pensate?

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Roma – 28 gennaio 2008 – "Mi amareggia non aver potuto finire il mio lavoro, mi amareggia aver lasciato senza sbocco concreto aspettative nuove che pure eravamo riusciti a creare". Così Giuliano Amato ha concluso il suo intervento sabato scorso in occasione del decennale della Fondazione Italianieuropei. All’indomani della sfiducia al governo Prodi, il ministro dell’Interno ha espresso la propria delusione per non aver potuto dare una risposta ai problemi degli immigrati, i più danneggiati dalla crisi – secondo lui -, in quanto “verranno interrotte le riforme in programma per migliorare la legislazione in loro favore".

"C’è tanta crudeltà – ha sottolineato Amato – nelle disposizioni attuali, vere e proprie forche caudine che un immigrato deve attraversare in Italia. Volevo che un bambino nato in questo paese potesse essere un cittadino italiano. Avrei voluto che se a suo padre scadesse il contratto di lavoro, l’espulsione non fosse subito dietro l’angolo. Volevo – prosegue Amato – che un immigrato che commette una violazione fosse trattato come un italiano che commette la stessa infrazione e non come un delinquente incallito. Volevo che un giovane rom, senza uno Stato che lo riconoscesse come cittadino e quindi senza documenti, potesse avere un permesso di soggiorno e non avere come unico modo di sopravvivere quello di vivere nell’illegalità".

Secondo voi, dopo la caduta del governo Prodi, che fine farà la proposta di legge Amato-Ferrero sull’immigrazione? Quali sono le vostre speranze e aspettative?

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Rassegna immigrazione 28/01/2008

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