Il Presidente della Camera: “Con lei l’Italia fa un passo avanti. E la riforma della cittadinanza è cara anche a Napolitano”
Roma – 30 aprile 2013 – “E' indegna di un Paese civile la serie di insulti che, soprattutto da alcuni siti in Rete, ma non solo, si sta rovesciando sulla neoministra Cécile Kyenge”.
Lo scrive il presidente della Camera Laura Boldrini, denunciando le offese ricevute in questi giorni dal ministro dell’Integrazione. Si va da quelle espresse ieri dall’eurodeputato leghista Mario Borghezio (“una scelta del c…, al massimo la vedrei come assessore in un comune da 500 abitanti…”), agli insulti esplicitamente razzisti che circolano su diversi siti internet di estrema destra: “zulù”, “scimmia”, “negra”, “faccetta nera”.
“Come molti e molte – dice Boldrini – nel vederla giurare al Quirinale, ho avvertito anche io che l'Italia stava facendo un passo avanti importante non solo per i 'nuovi italiani' ma per tutti noi, perché capiamo finalmente quanto ricco, contemporaneo e antico al tempo stesso, sia l'incontro tra le culture".
Questo percorso “può non piacere a tutti. Però non e' in alcun modo tollerabile – rimarca il presidente della Camera- la volgarità razzista mirata contro una persona per il colore della pelle. La liberta' di espressione non c'entra: in alcuni siti si pratica un sistematico incitamento all'odio razziale, che resta un reato anche se espresso via web. E molto gravi sono anche le parole usate da qualche esponente politico, che vanno ben oltre il legittimo dissenso sulle iniziative che Cècile Kyenge intende promuovere".
"Ritengo inaccettabile che queste bassezze possano – prosegue il presidente della Camera – anche grazie alla compiacenza di una parte dell'informazione, entrare nel circuito della discussione politica senza suscitare l'esecrazione che meritano. Ci tengo peraltro a ricordare che la riforma della legge sulla cittadinanza è cara non solo alla neoministra. Con molti di noi, da tempo e in prima fila, la sollecita il Presidente della Repubblica Napolitano. Buon lavoro, Cècile'', conclude Boldrini.