Lo chiede il responsabile dell’Ufficio immigrazione della Caritas italiana, Oliviero Forti, per il futuro dell’immigrazione in Italia. ROMA, 12 luglio 2008 – Affrontare il fenomeno dell’immigrazione in modo "realistico" e rendere "più semplici gli ingressi regolari".
Questa la ricetta del responsabile dell’Ufficio immigrazione della Caritas italiana, Oliviero Forti, per il futuro dell’immigrazione in Italia.
Parlando a Roma durante un incontro con la stampa estera, Forti ha così commentato la politica migratoria del governo: "Vogliamo capire se quello che sta accadendo oggi è frutto di una strategia politica che mira a progetti di lungo periodo o è un clima preelettorale che si sta allungando".
Ha poi fatto notare che la ricerca di sicurezza attraverso, ad esempio, la rilevazione delle impronte digitali dei bambini nomadi, "crea insicurezza" e che è necessario che la politica non "inneschi processi che rischiano poi di creare barricate e fratture nella società".
Secondo Forti "fa male a tutti catalizzare l’attenzione su questioni non rilevanti del problema immigrazione" e perciò invita tutti a fare un passo indietro riaprendo il dibattito sull’immigrazione nelle famiglie e nelle parrocchie. "L’integrazione si costruisce quotidianamente – ha concluso – ed è un processo biunivoco, non esiste un modello. E’ una sorta di contratto fra le parti, che vale finchè sussiste la loro volonta".