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Il Casablanca in campo, quattro squadre si ritirano: “Non siamo razzisti”

La squadra di immigrati marocchini torna a giocare, ma scatta la protesta degli avversari. “Non è vero che li abbiamo insultati, sono loro ad aver violato le regole”

Roma – 17 marzo 2014 – ll caso Casablanca non è chiuso.

Giovedì scorso la squadra amatoriale di immigrati marocchini residenti a Forlì ha annunciato di volersi ritirare dal campionato romagnolo. Una protesta estrema decisa dai giocatori dopo  una partita contro il Club Juventinità di Forlimpopoli. Raccontava infatti di essere stati apostrofati dagli avversari come:  “Marocchini di m.”.

Secondo il capitano Rachid Hansal quell’insulto era solo l’ultimo di una lunga serie: “Purtroppo quasi ogni sabato è così. Non ne possiamo più. E adesso non giochiamo più” . La protesta è  finita sotto i riflettori nazionali e sia la Uisp, che organizza il campionato e dopo la denuncia lo aveva sospeso, sia il sindaco di Forlì, hanno chiesto alla squadra di continuare a giocare.

Sabato scorso primo colpo di scena: il Casablanca decide tornare a giocare. “Non ci ritireremo. Restiamo in campo perchè altrimenti sarebbe una sconfitta rispetto al razzismo” ha spiegato il difensore Youssif Laazizi, che insieme ai suoi compagni ha indossato una maglietta della Uisp con scritto “no al razzismo”.

Tutto risolto? No, perché intanto si è ritirato per protesta  lo Juventinità. L’allenatore Gabriele Severi ha scritto una lettera aperta nella quale sostiene che i suoi giocatori non hanno mai lanciato insulti razzisti agli avversari del Casablanca e dà una ricostruzione ben diversa di ciò che era successo durante la partita incriminata.

Innanzitutto, il primo tempo è tutt’altro che sereno. “Volano calci, uno sputo di un giocatore marocchino a un mio giocatore, offese pesanti tipo italiani di m…” ricorda Severi, spiegando di aver chiesto lui stesso all’arbitro di sospendere la gara in attesa che tornasse la calma. “Nel secondo tempo io stesso soccorro un loro giocatore infortunato con il ghiaccio spray e uno dei miei ragazzi getta il pallone fuori per soccorrere un loro giocatore, alla faccia del razzismo”.

Il nodo, però, sembra un altro. “Uno dei loro giocatori più forti ci risultava squalificato e ce lo ritroviamo in campo. A fine partita chiediamo all’arbitro la distinta coi nominativi e vediamo che il giocatore squalificato era stato nascosto e inserito un altro nominativo: abbiamo fatto reclamo ufficiale per illecito sportivo alla Uisp il lunedì, al mercoledì la Uisp nel comunicato ufficiale spiega che lo avrebbe preso in esame e il giorno dopo, giovedì, è uscita la notizia sul razzismo”.

L’accusa del Casablanca, insomma, sarebbe del tutto strumentale e la Uisp non avrebbe fatto le dovute indagini per appurare da che parte stava la ragione. A complicare ulteriormente la questione, c’è che non la pensa così solo lo Juventinità: lo scorso week end anche altre tre formazioni amatoriali, il Leoncelli, il Bertinoro e il Polis Romagna, non sono scese in campo solidarizzando con la sua protesta.
 

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