Francesca Zaccariotto, presidente della provincia di Venezia: “Con le loro famiglie puntano sicuramente ad un futuro nel nostro Paese”. Il Carroccio la isola. Tosi: “Non è la nostra linea, poi dovremmo tenerci anche i genitori”
Roma – 21 gennaio 2013 – Se non fosse che prima di illudere un milione di bambini e ragazzi è meglio andarci con i piedi di piombo, verrebbe da dire che è fatta. Perché se anche una governatrice leghista dice che è ora di rendere italiani anche per legge i figli degli immigrati, non si vede cosa potrà fermare una riforma invocata e condivisa dalla maggior parte dei cittadini di questo Paese.
Ma andiamo con ordine. Il 7 gennaio, a Venezia, si riunisce la conferenza dei vescovi del Triveneto e, tra le altre cose, torna a chiedere la cittadinanza per le seconde generazioni. Secondo monsignor Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, si tratta di “una cittadinanza per promuovere l’integrazione e la partecipazione”. “una questione di convivenza civile per la quale dobbiamo tenere presenti le difficoltà attuative, ma dobbiamo comunque creare questa nuova cultura”.
Due giorni dopo, sul Gazzettino, appare un commento firmato da Francesca Zaccariotto, presidente della provincia di Venezia, leghista. “Il diritto di cittadinanza per gli immigrati che vivono nella nostra regione” scrive , è “un dibattito sicuramente interessante, dato che solo nella nostra provincia ci sono circa 66 mila lavoratori provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea. Un tempo erano i nostri antenati a partire in cerca di lavoro all’estero, oggi siamo noi ad ospitare chi fugge da Paesi in difficoltà e spesso dilaniati da guerre civili”.
Zaccariotto sostiene poi che “le pubbliche amministrazioni che nel Veneziano – forse solo in qualche rarissima eccezione – mai hanno chiuso le porte agli stranieri”. E poi lancia la proposta: “potremmo cominciare a regolarizzare i ragazzi nati in Italia, che con le loro famiglie puntano sicuramente ad un futuro nel nostro Paese”. Insomma, cittadinanza alle seconde generazioni.
La clamorosa (in quanto leghista) apertura viene in realtà notata da pochi. Ma non sfugge all’opposizione di centrosinistra in consiglio provinciale, che qualche giorno fa presenta una mozione per la concessione della cittadinanza italiana onoraria ai figli degli immigrati nati sul territorio. Chiedendo che Zaccariotto l’appoggi, coerentemente con la posizione espressa sul Gazzettino.
Il caso, a quel punto, esplode. E la Lega Nord isola l’eretica Zaccariotto. “La sua posizione è personale, mentre quella del partito è un'altra” tuona Emanuele Prataviera, segretario del Carroccio nel Veneto Orientale. E Flavio Tosi, segretario nazionale della Liga Veneta, spiega: “La linea della Lega Nord è chiara e si basa sul riconoscimento dello ius sanguinis”, diversamente, “il rischio è che, in virtù del fatto che i figli sono italiani, anche i genitori lo diventino automaticamente e dunque saremmo di fronte a una sanatoria”.
Zaccariotto abbozza, ma non cambia idea: “Fa scandalo la mia posizione sui bambini? Come mamma, come persona, come amministratrice e come politico non vedo come potrei essere contro i diritti dei bambini. La mia apertura però è stata strumentalizzata”.
Elvio Pasca