Considerando i benefici diretti e indiretti, la deduzione totale costerebbe allo Stato “solo” 72 milioni di euro. Assindatcolf: “Aiutare le famiglie”
Roma – 19 novembre 2015 – Puliscono e tengono in ordine le case, cucinano, accudiscono ad anziani, bambini e malati. Sono 1,6 milioni i lavoratori domestici in Italia, tra colf, badanti e babysitter. Dall’altro lato ci sono 2,1 milioni di famiglie che in mancanza di un welfare efficiente non possono più fare a meno di loro e per loro spendono 19,3 miliardi di euro ogni anno.
Cosa vorrebbe dire permettere a queste famiglie di dedurre fiscalmente i costi dei lavori domestici dal loro reddito?
Secondo la ricerca del Censis “Sostenere il welfare familiare”, commissionata da Assindatcolf e presentata ieri, le famiglie pagherebbero meno tasse, si potrebbero far emergere 340 mila lavoratori irregolari e si creerebbero 104 mila nuovi posti di lavoro. Questi benefici porterebbero il costo della deduzione a carico dello Stato a 675 milioni di euro.
Ci sarebbero però anche nuova occupazione creata in altri settori (80mila addetti), più tasse e contributi pagati, e più consumi delle famiglie (quindi gettito IVA) grazie ai soldi risparmati. Considerando anche questi benefici indiretti, il costo della deduzione per lo Stato sarebbe di 72 milioni di euro…
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