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Colf e badanti. “Contratto figlio di questi tempi, ma i passi avanti ci sono”

Mesina (Filcams-Cgil) sul rinnovo del Ccnl: “Aumenti, tutela della maternità, permessi per imparare l’italiano e convalida delle dimissioni. Il vero problema è che un lavoratore su due è in nero”

Roma – 22 aprile 2013 – “Può sempre andare meglio. Se però abbiamo firmato dopo oltre diciotto mesi di trattativa è perché c’erano le condizioni per chiudere la trattativa. Anche in relazione alla fase che stiamo vivendo”.  Giuliana Mesina, segretario nazionale della Filcams Cgil, fa il punto rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori domestici, sul quale associazioni datoriali e sindacati hanno trovato un’intesa qualche giorno fa.

“È un contratto figlio di questa stagione – dice a Stranieriinitalia.it –  ma è anche vero che in questo settore non ci sono grandi conquiste, l’esistenza del contratto, già di per sé, è una conquista. È un settore delicato, i datori di lavoro sono le famiglie e il lavoro dei domestici non produce profitto, è l’offerta di un servizio. Questo è stato quindi un rinnovo dignitoso, non è solo difensivo, fa anche piccoli passi avanti”.

Gli aumenti salariali basteranno?
“Recuperano buona parte dell’aumento del costo della vita. Certo è difficile recuperare l’arretrato rispetto all’ultimo rinnovo, ma intanto abbiamo alzato i minimi a un livello molto vicino a quelle che erano le nostre richieste, anche se l’aumento sarà spalmato in tre tranche nei prossimi tre anni”.

E la tutela della maternità? Chiedevate il divieto di licenziamento delle neomamme per un anno, come in tutti gli altri settori. Non ce l’avete fatta.
“I datori di lavoro non se la sono sentita di modificare per via contrattuale la legge, che esclude da quella tutela le lavoratrici domestiche. Il punto di mediazione è stato il raddoppio del preavviso nei confronti di lavoratrici  mamme licenziate. Avranno così più tempo per cercarsi una nuova sistemazione, se sono conviventi. E se non viene rispettato il preavviso almeno avranno una tutela economica. È un riconoscimento di maggiore fragilità, in attesa di una tutela più ampia, che arriverà per legge”.

Perché ne è così sicura?
“Perché la Convenzione dell’ ILO 189, che l’Italia ha già ratificato, dice che il  lavoro domestico è un lavoro come tutti gli altri e quindi ai lavoratori domestici spettano diritti e tutele uguali a quelli degli lavoratori. Oggi nella tutela della lavoratrice madre c’è una discriminazione, quindi avevamo chiesto ai datori di sanarla. Non l’hanno fatto, dovrà intervenire il Parlamento cambiando la legge”.

E quanto tempo ci vorrà?
“Ci vorrà innanzitutto la volontà politica di farlo, dopo aver constatato che oggi la legge discrimina le lavoratrici domestiche. Certo non è una cosa immediata, se consideriamo che non c’è ancora nemmeno un governo. È una fase incerta, ma non disperiamo. Questa comunque è una battaglia che portiamo avanti da anni, da prima che si iniziasse a parlare della convenzione. La convenzione però è uno stimolo”.

Altri punti importanti del rinnovo del contratto?
“Innanzitutto, sarà prevista la convalida delle dimissioni, come prevede la riforma Fornero. Una novità che permetterà di abbattere le vertenzialità, causata dai licenziamenti mascherati da dimissioni. E tutelerà la fine del rapporto di lavoro che nel settore domestico è già di una volatilità estrema”.  

C’è qualche novità pensata proprio per i lavoratori stranieri?
“È stata estesa la casistica delle ore di permesso retribuito per formazione, facendo rientrare anche i corsi di italiano per il conseguimento della carta di soggiorno. Poi può essere interessante che il congedo matrimoniale potrà  essere goduto anche non nelle immediate vicinanze del matrimonio. Per chi si sposa qui e poi ripete la cerimonia, o comunque festeggia, in patria, sarà più facile organizzarsi”.

Il contratto tutela solo una parta dei lavoratori domestici. Tantissimi lavorano in nero.
“Sì, noi stimiamo che la metà, se non di più, sia in nero. Il contratto nazionale, però, è importante anche per loro. Va fatto conoscere, perché li tutela, così come tutela i datori. Serve un grande sforzo informavo”.

Come combattere il sommerso?
“Ci aiuterebbe molto una defiscalizzazione maggiore del lavoro domestico, anche perchè è una supplenza del welfare pubblico, pensiamo all’assistenza di  disabili e anziani o alle babysitter.  E ci vorrebbe un ragionamento sui contributi dei lavoratori stranieri: oggi non c’è possibilità di riscatto e ci sono pochi accordi con i Paesi d’origine, quindi spesso essere in regola diventa poco interessante”.

E che ne pensa del fatto che un lavoratore straniero senza permesso di soggiorno non può essere assunto? “Questo dipende dalla nostra legislazione sull’immigrazione,  che è allucinante. Non credo che si possa andare avanti a forza di sanatorie, che ultimamente si rivelano pure fallimentari, ma bisogna cambiare un sistema che non funziona. Intanto questi lavoratori vivono segregati, hanno paura di uscire perché rischiano un’espulsione. E anche per noi del sindacato intercettarli è difficilissimo”.

Elvio Pasca

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