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Elezioni politiche, si infiamma il dibattito sull’immigrazione

La Sinistra Arcobaleno vuole il voto alle amministrative ma Bossi attacca: "rifarò la legge"

ROMA, 27 marzo – "Sarebbe da reazionari stupidi negare il voto alle amministrative agli stranieri che lavorano in questa città. Facciamo votare per le elezioni politiche uno che vive a Brasilia e che non sa nemmeno come si chiama il presidente della Repubblica ed invece non facciamo votare chi lavora e conosce il nostro Paese".

Sono le parole del leader della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti, che ieri ha partecipato ad un incontro con i giovani al centro culturale ‘Baobab’, parlando dell’ipotesi di concedere agli immigrati regolari che vivono nel nostro Paese la possibilità di votare per le elezioni amministrative.

Sempre in tema di immigrazione ieri è intervenuta Alessandra Borghese, capolista dell’Unione di Centro al Senato per il Lazio seconda la quale “è importante ripensare l’idea di cittadinanza, rendendo possibile la conoscenza della nostra lingua e della nostra cultura ai numerosi stranieri che ospitiamo. L’immigrazione costituisce una risorsa economica e una necessità civica solo se presuppone il rispetto della nostra identità".

"La nostra identità – ha affermato Borghese – affonda la proprie radici in quelle cristiane. Non si tratta di esibizionismo religioso, ma di tutelare il patrimonio del Paese. Vogliamo accogliere come fratelli gli extracomunitari, dare loro un’opportunità, ma dobbiamo essere chiari su chi siamo noi, da dove veniamo, dove vogliamo andare, quale tradizione, regole e storia intendiamo proteggere".

Dura invece la posizione di Umberto Bossi, che ieri sera a Verona ha affermato di voler rifare la legge sull’immigrazione.
Il leader della Lega ha sottolineato che "bisogna lavorare per i nostri giovani, per la loro libertà perché rappresentano la nostra priorità. I Comuni devono accordarsi con i costruttori – ha concluso – e farsi dare appartamenti per i nostri giovani, non per gli immigrati".

 
Stefano Camilloni 
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