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Ferrero: “500mila stranieri in carcere con il reato di clandestinità”

L’ex ministro attacca: "Con il reato deciderà il poliziotto se metterti in galera oppure no" MILANO, 11 giugno 2008 – "E’ del tutto evidente che il reato di clandestinità, visto che con esso bisognerebbe mettere in galera per quattro anni cinquecentomila persone, è fatto apposta per non essere applicato. Ma questo è uno stato di polizia perché vuol dire che deciderà il poliziotto se metterti in galera oppure no".

Lo ha affermato ieri l’ex ministro alla Solidarietà sociale Paolo Ferrero durante il suo intervento all’incontro ‘A 40 anni dal ’68. Movimento, partito, Stato, organizzato a Milano dall’Associazione Punto Rosso e da Rifondazione Comunista.

Durante il suo intervento, Ferrero ha utilizzato una metafora per spiegare meglio il suo giudizio sull’eventuale istituzione del reato di ingresso clandestino in Italia. "E’ come mettere un limite di velocità a dieci chilometri orari – ha spiegato -. Un minuto dopo, non esiste più la certezza della pena ma è il vigile urbano che decide a prescindere se multarti oppure no".

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