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Flussi. Il Viminale ammette: “Ci fu un blocco”

Davanti al Tar di Milano il ministero rivela che il 15/12 le domande degli srilankesi (e quelle che erano in coda) si fermarono.  Le graduatorie furono quindi falsate

Roma – 21 ottobre 2008 – Durante il primo clic day, quando centinaia di migliaia di domande per i flussi partirono dai computer di tutta Italia verso i server del ministero dell’Interno, ci fu un blocco. Questo ha falsato le graduatorie per l’assegnazione delle quote.

Quella che finora era solo una tesi avvalorata da molti indizi è diventata una certezza davanti al Tar di Milano.

Chiamato a controbattere al ricorso di un gruppo di datori di lavoro che si erano rivolti alla Cisl per spedire le loro domande di assunzione, il ministero dell’Interno ha messo nero su bianco cosa è successo il 15 dicembre 2008, rivelando che in effetti le domande dei cittadini srilankesi si fermarono e con loro anche quelle che le seguivano negli invii cumulativi fatti da associazioni e patronati. Un problema dovuto a un errore tecnico: la discrepanza tra l’etichetta informatica che identificava lo Sri Lanka sui server del Viminale e quella presente sulle domande.

La situazione, ha spiegato il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, si sbloccò alle 14.18.57.067. Solo da quel momento in poi furono ricevute le domande srilankesi e quelle per le altre nazionalità che erano finite in coda alle srilankesi. Per come era strutturato il sistema, infatti, da ogni computer le domande partivano in sequenza, e finché la precedente non entrava nei server del Viminale la successiva non poteva partire.

Ora, se le graduatorie dello Sri Lanka partono dalle 14.18.57.067, e quindi il blocco non ha avuto effetti su questi lavoratori, lo stesso non si può dire delle graduatorie per tutte le altre nazionalità, dal momento che ci sono domande arrivate subito dopo le 8.00 (perché non erano in coda a quelle bloccate) e domande accettate solo nel pomeriggio perché hanno avuto la sfortuna di finire in un invio  rallentato da quel problema.


Valanga di ricorsi?
Ora il Tar dovrà stabilire se annullare o no, alla luce di quello che è successo, le graduatorie relative alle domande per le quali è stato presentato ricorso a Milano. I giudici stamattina hanno fissato al 16 dicembre una nuova udienza per  la decisione in merito,  e probabilmente nel frattempo riprenderà la consegna (sospesa dal ricorso) dei nulla osta per bangladesi, moldavi, filippini, marocchini e srilankesi.

Però, intanto, il problema è grave. Se non arriverà una soluzione politica (accettare tutte le domande?), i datori di lavoro che si ritengono penalizzati dal blocco ammesso dal ministero dell’Interno potrebbero presentare una valanga di ricorsi.
“È chiaro che qui l’amministrazione ha tirato un ‘pacco’ a tantissime persone, oltretutto a causa di un problema tecnico molto banale. Tutte le associazioni avevano denunciato subito che qualcosa non aveva funzionato, ma il ministero dell’Interno ha dato una risposta solo ora che gliel’ha chiesta il Tar…” commenta Alberto Guariso, l’avvocato che ha seguito il ricorso di Milano.

E adesso come si fa? “Difficile dirlo. Certo questa è una spinta ad accettare tutte le domande, anche perché probabilmente è impossibile ricostruire la posizione che avrebbero avuto in graduatoria quelle che sono state rallentate dal blocco. Di certo – conclude Guariso – non si possono penalizzare tanti poveretti che hanno partecipato alla lotteria con le armi spuntate”.


Elvio Pasca

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