Il ministro degli Esteri chiede un’ “europeizzazione della gestione dei flussi. Ripartire gli oneri tra tutti i Paesi”
Roma – 26 agosto 2015 – “Chiedere a Grecia e Italia di fare i compiti a casa sull’immigrazione sarebbe come dire a Paesi colpiti da un alluvione di accelerare la produzione di ombrelli. L’Europa ha bisogno di andare nella direzione esattamente opposta a quella di bacchettare i Paesi alla sua frontiera esterna”.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni risponde così ad Angela Merkel e Francois Hollande, che due giorni fa ci hanno chiesto di identificare profughi e migranti. E preferisce sottolineare la “consapevolezza della centralità dell’immigrazione” raggiunta anche a Parigi e Berlino.
Intervistato dal Corriere della Sera, Gentiloni torna ad attaccare il regolamento di Dublino, che impone ai paesi di primo ingresso di farsi carico dei richiedenti asilo. “Regole – dice – concepite 25 anni fa, mentre il fenomeno è cambiato radicalmente nei numeri, nelle origini, nelle dimensioni per i singoli Paesi”.
Tre le richieste dell’Italia. Innanzitutto, “l’europeizzazione della gestione dei flussi, cioè un diritto d’asilo europeo, con definizione comune della titolarità e politiche di rimpatrio comuni”.
Gentiloni chiede poi “la creazione di canali di immigrazione legale verso l’Europa nel suo complesso: abbiamo bisogno di immigrati legali, che hanno capacità e talenti”. Infine, serve “un equilibrio negli oneri tra i vari Paesi. Se il diritto d’asilo vale per tutta Europa, l’equa distribuzione impedirà che i flussi si indirizzino tutti verso i Paesi più ricchi e generosi”.