Ingressi per cercare lavoro, più controlli contro lo sfruttamento, rimpatri volontari per i disoccupati. Le proposte dell’Organizzazione Mondiali per le Migrazioni: “Migranti essenziali per la ripresa economica”
Roma – 18 febbraio 2014 – Migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, contrastare lo sfruttamento e facilitare il rimpatrio volontario per i disoccupati. È lungo queste tre linee che secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni bisognerebbe indirizzare le politiche su migrazione e lavoro in Italia.
“Il rapporto tra migrazione e lavoro” afferma José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, “è da sempre un tema molto delicato, che, come dimostra il Referendum tenutosi in Svizzera qualche giorno fa, può portare all’adozione di politiche di chiusura, per mantenere lo status quo e tentare di fermare il fenomeno migratorio o – come da anni sostiene l’OIM – può essere affrontato adottando politiche di apertura, che riconoscano il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia mondiale e i migranti come componenti essenziali per la piena ripresa dalla crisi economica contemporanea.”
“Anche in Italia esistono a tal proposito diverse problematiche, che vanno affrontate in maniera comprensiva – proprio in un periodo di forte difficoltà come questo. In questo contesto l’OIM esprime apprezzamento per il rilancio di una nuova politica sul tema da parte del Ministero del Lavoro.”
L’OIM ROMA ha presentato una serie di proposte dettagliate, come il rilascio di un permesso di soggiorno a tempo per ricerca lavoro, che consenta a un numero prestabilito di persone – in grado di prestare una garanzia finanziaria e disponibili a farsi identificare – di entrare e cercare un impiego in Italia; o la possibilità che i datori di lavoro possano richiedere un lavoratore dall’estero in qualunque momento dell’anno e la semplificazione delle procedure di riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali dei migranti
Lo sfruttamento lavorativo andrebbe invece contrastato aumentando il numero degli ispettori del lavoro e la frequenza dei controlli. L’OIM insiste sull’importanza di assicurare ai migranti che lavorano nel settore agricolo condizioni alloggiative dignitose anche attraverso l’utilizzo di strutture confiscate alle organizzazioni criminali o messe a disposizione dallo Stato. Una lotta che potrebbe passare anche attraverso l’emersione di situazioni di irregolarità e la previsione di incentivi o sgravi fiscali in favore degli agricoltori che assumono in maniera regolare.
Infine, l’organizzazione chiede di facilitare il rientro volontario in patria di migranti disoccupati in Italia, soprattutto verso quei paesi che hanno adottato politiche o servizi di assistenza al rientro e/o agli investimenti dei propri cittadini all’estero e la possibilità che i migranti riscattino almeno in misura parziale e pro quota i contributi versati in un’ottica di sostenibilità del loro ritorno in patria.
“Queste misure”, conclude Oropeza, “oltre a porre l’accento sulla necessità di rispettare i diritti umani dei migranti, potrebbero contribuire a risolvere molti dei problemi che hanno caratterizzato il rapporto tra migrazione e mercato del lavoro degli ultimi anni rendendolo più flessibile e adattabile ai mutamenti economici dell’Italia e dei paesi di origine”.