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La Lega: sindaci a rischio se sposano i clandestini

Odg leghista al decreto sicurezza: possibile accusa favoreggiamento se nozze solo per cittadinanza ROMA, 17 giugno 2008 – Se il sindaco sposa un cittadino italiano con uno straniero, può incappare nell’accusa di favoreggiamento se l’immigrato irregolare decide di contrarre matrimonio solo per avere la cittadinanza.

Un ordine del giorno della Lega al decreto sicurezza, a firma di Lorenzo Bodega, invita il governo ad emanare, attraverso le prefetture, una circolare agli Uffici dello Stato Civile dei Comuni per assicurare una corretta interpretazione dell’articolo 116 del Codice Civile, quello che disciplina il matrimonio dello straniero nello Stato.

I sindaci, ed i consiglieri delegati dal sindaco a celebrare matrimoni, devono vigilare affinché i cittadini stranieri che vogliono sposare degli italiani abbiano un valido titolo di soggiorno. Se invece renderanno possibili unioni tra stranieri e italiani "senza la dovuta vigilanza", potrebbero rischiare l’accusa di favoreggiamento "della permanenza illegale degli stranieri irregolari sul nostro territorio" e potrebbero contribuire "ad una sanatoria occulta e pericolosa dei clandestini in spregio a tutte le norme sulle procedure di ingresso e di soggiorno degli stranieri".

"A questo ordine del giorno – spiega Bodega – siamo arrivati in seguito alle recenti notizie di stampa che parlano di un fenomeno inquietante: ossia di molti stranieri irregolari che, temendo l’introduzione del reato di clandestinità, cercano di sposarsi magari con giovani donne neocomunitarie, come le rumene, o con giovani donne italiane convinte a sposarsi con promesse di denaro o, peggio, atti di violenza".

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