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Lampedusa, prosegue la protesta contro la decisione di Maroni

Caos sull’isola: in 1.300 scappano dal Cpa e si uniscono al corteo dei cittadini PALERMO, 24 gennaio 2009 – Prosegue a Lampedusa (Agrigento) lo sciopero ad oltranza degli immigrati per dire ‘no’ alla decisione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, di creare sull’isola un centro di identificazione ed espulsione degli immigrati clandestini.

Il Consiglio comunale, riunitosi oggi, in seduta straordinaria ha deliberato la prosecuzione della protesta, mentre per martedì prossimo è in programma una manifestazione con un corteo che attraverserà le vie dell’isola.

"Dovrebbe arrivare anche il presidente della Regione Raffaele Lombardo – dice il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis – In questi giorni abbiamo ricevuto la solidarietà di numerosi parlamentari del centrosinistra e del centrodestra, oggi ho avuto modo di parlare anche con il presidente della Repubblica e di spiegargli qual è la reale situazione sull’isola.

"Noi – aggiunge – siamo un popolo pacifico e non razzista. Non accettiamo di diventare una colonia penale a cielo aperto perdendo, di fatto, la nostra naturale propensione al turismo. La soluzione proposta dal ministro Maroni è discutibile e la base Loran è totalmente inadatta a diventare un Cie. Se il governo deciderà di andare avanti su questa strada sicuramente non prenderemo in mano i manganelli, ma certamente continueremo a chiedere aiuto".

Intanto nel pomeriggio sette cittadini extracomunitari, fuggiti stamani dal cpa insieme a oltre 1300 altri ospiti, hanno minacciato di suicidarsi, impugnando bottiglie di vetro rotte. "La situazione – spiega De Rubeis – è tornata alla normalità. I migranti sono stati riaccompagnati nel centro. Abbiamo anche tolto il presidio davanti al Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola".

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