I precari del ministero dell’Interno incrociano le braccia. E le file si allungano
Roma – 23 novembre 2010 – Tempi ancora più lunghi per rinnovare un permesso di soggiorno, per portare a termine la regolarizzazione o per far arrivare un familiare in Italia.
È lo scenario di fronte al quale ci si troverà dal prossimo gennaio, se non verranno rinnovati i contratti dei seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato impiegati nelle Questure e nelle Prefetture di tutta Italia, che scadranno a fine dicembre. Intanto, sono iniziate le prove generali.
Lo Sportello Unico per l’immigrazione di Roma è chiuso da ieri “a causa di uno stato di agitazione sindacale del personale a tempo determinato”. Riaprirà, spiega la prefettura in una nota, con orario ridotto solo la mattina (8.30 – 13.00) a partire dal 24 novembre. Pertanto coloro che sono stati convocati nei pomeriggi anche dei giorni a seguire devono presentarsi dalle 8,30 alle 13 della stessa giornata di convocazione”.
Le convocazioni del 22 novembre sono state spostate al 2 dicembre, quelle del 23 novembre sono spostate al 3 dicembre. Inoltre, chiarisce ancora la Prefettura, “lo sportello informazioni rimarrà chiuso fino a nuova comunicazione”. È bastato insomma che i precari dello Sportello Unico incrociassero le braccia per compromettere tutta l’attività dell’ufficio.
“Il sottosegretario all’Interno Nitto Palma continua a ripetere che Questure e Prefetture lavoreranno anche senza precari, grazie a nuove dotazioni tecnologiche. Vediamo allora se i computer riescono davvero a lavorare senza di noi” dice un battagliera Alessia Pantone, copresidente del comitato che rappresenta i 650 precari.
Ed è solo l’inizio. “Tra oggi e domani – spiega Pantone – iniziano gli scioperi anche in altri Sportelli Unici, a partire da Brescia e Firenze. Andremo avanti a oltranza, fino a quando il ministero non ci farà sapere che fine faremo”.
Elvio Pasca