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Permessi umanitari. Iniziata la distribuzione, con qualche dubbio

Arrivano i documenti per gli sfollati nordafricani. Non è però del tutto chiara la platea dei destinatari

Roma – 15 aprile 2011 –  È partita in questi giorni la distribuzione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, il documento concesso dal governo agli sfollati nordafricani. Ieri i primi documenti sono stati consegnati in vari centri di accoglienza allestiti in Toscana, oggi si inizia a Santa Maria Capua Vetere.

Il permesso può essere chiesto entro il 16 aprile dai “cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa” che sono entrati in Italia tra il 1 gennaio e il 5 aprile 2011. Dura sei mesi, è gratuito e, insieme a un documento di viaggio (passaporto o titolo di viaggio rilasciato dalla Questura), può essere utilizzato per circolare nei Paesi europei dell’area  Schengen.

Non può avere il permesso chi è stato colpito da un’espulsione notificato prima del 1 gennaio 2011; chi appartiene a una delle categorie “socialmente pericolose” indicate dalla legge; chi è stato anche solo denunciato per reati che prevedono l’arresto in flagranza, tranne quelli che riguardano il mancato allontanamento dall’Italia dopo un’espulsione.

Chi ha già un permesso per un altro motivo, compreso  quello per richiesta di asilo, può convertirlo in un permesso umanitario. Questo può essere rilasciato ai richiedenti asilo solo se rinunciano alla domanda d’asilo o se questa viene rigettata,  mentre il rilascio del permesso umanitario non impedisce di chiedere successivamente asilo.

Quali sono i “Paesi del Nord Africa”?
Se il permesso viene rifiutato, se viene revocato o se scade il titolare non può più rimanere in Italia  e dovrà essere espulso.

Nonostante il decreto del governo sui permessi umanitari sia stato accompagnato da una circolare esplicativa del ministero dell’interno, rimane qualche dubbio sulla platea dei destinatari. Ad esempio: chi è riuscito ad arrivare in Italia sfuggendo ai controlli (e quindi senza essere fermato, identificato e trattenuto centro di accoglienza) può avere il permesso? Come dimostrerà la data di arrivo?

E, ancora, quali sono, secondo il governo, i “Paesi del Nord Africa”? Basta dare un’occhiata alla voce Nordafrica su Wikipedia per capire che non esiste una definizione univoca: si va da quella più restrittiva, che comprende solo sette stati, a un’altra in cui gli stati diventano il doppio. Possibile che l’interpretazione debba essere lasciata alla sensibilità geografica delle singole Questure?

Elvio Pasca

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